Quanto si ottiene con i mutui per frontalieri: calcolo e valuta della somma finanziabile
I mutui per frontalieri seguono le stesse logiche dei comuni finanziamenti a garanzia ipotecaria. A fare la differenza è la categoria dei destinatari: cittadini italiani che lavorano oltre il confine e, spesso, percepiscono il reddito in una valuta diversa dall’euro. La maggior parte dei frontalieri infatti lavora in Svizzera, ottenendo così tutti i vantaggi del cambio. Ma anche dei redditi più alti dei lavoratori oltreconfine, conseguenza di un costo della vita più alto.
Nonostante il reddito percepito dal richiedente sia elevato, non è certo che un mutuo frontalieri consenta di ottenere somme estremamente alte. Anzi, spesso a parità di busta paga, vengono concessi importi maggiori a lavoratori italiani. Perché? Banche e società finanziarie interpretano i mutui in favore dei frontalieri come un’operazione più a rischio. Ed è proprio per via di questo approccio che la somma finanziabile viene generalmente ridotta, non in valore assoluto, bensì applicando un LTV più basso.
Perché l’importo finanziabile dei mutui frontalieri è più basso dei mutui tradizionali
Come già accennato, i mutui per frontalieri sono considerati più a rischio rispetto a quelli per i lavoratori in Italia, la ragione di questo approccio adottato dalle banche è da ricercare nella situazione sociale della Svizzera, principale Paese interessato dal fenomeno dei frontalieri.
In Svizzera non sono presenti gli ammortizzatori sociali tipici del mercato del lavoro italiano. Quindi, agli occhi di una banca, la perdita del posto di lavoro da parte del richiedente sarebbe un evento ancor più complesso da gestire.
Inoltre, la normativa vigente non consente di attivare polizze contro il rischio impiego su redditi provenienti da altri Stati. Quindi l’ente di credito non può tutelarsi dal suddetto rischio impiego. È la combinazione di questi elementi a determinare l’atteggiamento più conservativo da parte degli enti bancari.
Come è facile intuire, dato che ogni richiedente ha un profilo diverso, non esiste una regola assoluta. Il Loan To Value applicato dalla banca è variabile a seconda del caso e del livello di rischio associato all’operazione, che ovviamente incide anche sul tasso di interesse.
Sebbene non sia possibile definire a priori qual è la somma massima concessa, a titolo esemplificativo è consigliabile considerare un LTV più basso del 10% rispetto a quello che sarebbe previsto per un mutuo ad un dipendente di un’azienda italiana. Quindi immaginando di voler richiedere un mutuo per acquisto della prima casa, poiché la soglia finanziabile massima è solitamente stabilita all’80%, le banche che si rivolgono ai frontalieri non finanziano oltre il 70% del valore dell’immobile. Ma spesso si scende al 60-65%.
Allo stesso modo anche la durata tende ad essere ridotta. Quindi meglio non presentare una domanda di mutuo se si intende richiedere somme elevate da rimborsare in 40 anni, perché verosimilmente non si otterranno risultati. Si rischia invece un mutuo rifiutato, con tutte le spiacevoli conseguenze.
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Trova un ConsulenteMutuo frontalieri e capacità di rimborso del richiedente: cosa sapere prima di presentare domanda
Anche il rapporto rata-reddito risente negativamente del maggiore rischio associato ai frontalieri, ed è proprio da questo che dipende l’importo massimo finanziabile. Una banca che generalmente applica come limite massimo per la rata il 40% dello stipendio netto, trovandosi di fronte ad un frontaliere riduce la quota al 30-35%. Allo stesso modo, se l’istituto di credito ha come limite massimo per il rapporto rata-reddito una quota del 30%, si scende al 20-25%.
C’è di più. La rata massima non viene stimata sul reddito effettivo del lavoratore frontaliere, ma su una parte di esso. Spieghiamo meglio questo concetto parlando dei lavoratori che operano in Svizzera e che rappresentano la maggior parte dei frontalieri.
Nonostante i dipendenti subiscano una tassazione alla fonte in Svizzera, percependo quindi un reddito al netto delle imposte, quando presentano una richiesta di finanziamento, le banche tendono a valutare queste entrate come reddito lordo.
Vale a dire che la banca stima la capacità di rimborso del richiedente frontaliere partendo dal presupposto che il suo reddito netto va ulteriormente tassato. Quindi, se il richiedente percepisce una busta paga corrispondente a 5.000 euro, la banca considera questa entrata come se fosse un reddito lordo di un cittadino italiano con Partita Iva. A cui verrebbe quindi applicata (data l’attuale normativa fiscale nazionale) una tassazione di almeno il 30-40%.
Agli occhi della banca quindi una busta paga netta di un frontaliere pari a 5.000 euro si trasforma in un reddito di circa 3.500-3.000 euro. Ed è su quest’ultimo che l’ente di credito calcola la rata massima.
Associando questo aspetto alle politiche conservative in fatto di LTV, è facile capire perché i mutui per frontalieri risultano complessivamente molto più stringenti rispetto ai comuni finanziamenti presenti sul mercato. Sebbene da un punto di vista contrattuale e normativo, siano esattamente lo stesso prodotto.
Perché il mutuo in Italia per frontalieri è erogato in euro?
A differenza di quanto accadeva in passato, oggi i mutui per frontalieri sono erogati in euro e non in franchi svizzeri. Le regole adottate sono quelle a cui siamo abituati anche per quanto riguarda il tasso di interesse, che può essere tarato sul parametro Eurirs, Euribor o BCE a seconda delle policy della banca. Ma non viene applicato un tasso basato sul parametro Libor, pratica che invece era una prassi fino a qualche anno fa.
La ragione? Quando la concessione del capitale avveniva in franchi svizzeri, era logico legare il finanziamento ad un tasso di interesse espressione del mercato svizzero. In questo modo l’entità degli interessi e, di conseguenza, la rata mensile sarebbero andati di pari passo alle eventuali fluttuazioni del mercato.
Ciò ha portato però a diversi problemi nel corso del tempo, causando difficoltà a clienti che si sono trovati a rimborsare molto più di quanto atteso. Specie nelle situazioni in cui i finanziamenti venivano indicizzati anche al tasso di cambio.
È per questo che oggi non si eroga il mutuo franchi svizzeri per frontalieri, ma solo finanziamenti a garanzia ipotecaria con tassi comunemente utilizzati nel mercato italiano e rigorosamente in euro. Va comunque chiarito che questa non è una regola imposta dalla normativa, ma una scelta di banche e società finanziarie.
Come è facile capire, la valutazione di tutti i pro e i contro dei mutui per frontalieri è possibile solo con il supporto di un professionista del settore. Il consulente del credito è il punto di riferimento ideale per chi è alla ricerca del finanziamento perfetto per le proprie esigenze.