A quanto ammonta il tasso mutuo seconda casa e come sceglierlo
Il mutuo seconda casa prevede costi diversi rispetto a quello per l’acquisto dell’abitazione di residenza. Non solo perché non gode delle agevolazioni fiscali applicate all’altro, ma anche perché il tasso mutuo seconda casa è più alto. La ragione è semplice, la stipula di un mutuo per la seconda casa è considerata da banche e società finanziarie un’operazione con un rischio elevato, a fronte del quale l’istituto di credito si tutela applicando costi maggiori.
Ma il TAN non è l’unico costo maggiorato quando si parla di mutuo seconda casa. Anche lo spread risulta più alto nel confronto con i mutui finalizzati all’acquisto dell’abitazione di residenza. E proprio come il tasso di interesse, anche questo viene applicato direttamente dalla banca, che ne stabilisce il valore. Ciò non accade invece per quanto riguarda le tasse mutuo seconda casa, stabilite dalle normative vigenti e soggette a variazione solo in funzione di modifiche alle leggi di riferimento.
Chiarite le ragioni che portano il mutuo per seconda casa ad essere più costoso di uno per l’abitazione di residenza, passiamo alla classificazione del tasso mutuo seconda casa. Come accade per ogni finanziamento a garanzia ipotecaria, può essere fisso, variabile oppure misto.
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Trova un ConsulenteTasso di interesse nel mutuo seconda casa: le possibili opzioni
Sebbene ogni tipologia di tasso offra pro e contro diversi, la selezione dello stesso non andrebbe condotta nella speranza di ottenere (con uno, piuttosto che con l’altro) condizioni più vicine a quelle del mutuo prima casa.
La maggiorazione del tasso mutuo seconda casa riguarda tutte le tipologie di interesse. In media, si stima un incremento dell’interesse di circa 0,20-0,45 punti percentuali nel confronto con i finanziamenti per la prima casa.
Passando invece alla questione delle diverse tipologie di tasso di interesse, quello fisso è senza dubbio il più indicato per chi non può permettersi oscillazioni della rata. Il suo funzionamento è semplice: come suggerisce il nome, viene definito al momento della stipula e resta costante per l’intera durata del rimborso.
Il tasso variabile invece risente delle oscillazioni del mercato. Di conseguenza può aumentare o ridursi a seconda dell’andamento del parametro di riferimento (il più comune è l’Euribor). La conseguenza è che il mutuatario può trovarsi a pagare una quota di interessi più alta o più bassa a seconda dei trend di mercato.
Un fenomeno, quest’ultimo, che non necessariamente incide sull’importo della rata periodica, ma che comporta sempre una variazione del costo complessivo del finanziamento. È chiaro quindi che il tasso variabile è adatto solo a chi è in grado di affrontare eventuali rincari della rata, senza gravare troppo sui bilanci familiari.
Per quanto riguarda infine il tasso misto, è una combinazione di fisso e variabile. Solitamente viene applicato con la possibilità per il mutuatario di modificare il tipo di tasso nel corso dell’ammortamento, secondo intervalli prestabiliti.
Come trovare il tasso mutuo seconda casa perfetto per le proprie esigenze? Date le numerose variabili da considerare, la scelta migliore è rivolgersi ad un consulente del credito, un professionista specializzato capace di identificare le opzioni più in linea con le esigenze del cliente.