Perché l’anticipo TFS dipendenti pubblici in servizio non è possibile
L’acquisto di una casa per il figlio, il finanziamento di un progetto, un importante intervento di ristrutturazione. Sono molte le ragioni che spingono i dipendenti pubblici alla ricerca di un’iniezione di liquidità a condizioni agevolate. E molti vedono la soluzione nell’anticipo TFS dipendenti pubblici in servizio, un’opzione senza dubbio allettante ma del tutto irraggiungibile.
Accantonamento e calcolo TFS e TFR dipendenti pubblici anticipo
A differenza di quanto accade con i lavoratori del settore privato, infatti, per chi opera in ambito pubblico o statale, l’accantonamento di TFR e TFS è del tutto virtuale fino al momento del pensionamento. Le somme maturate a titolo di indennità non sono effettivamente versate su un fondo in azienda o su uno complementare.
Il TFS o TFR per i dipendenti pubblici viene calcolato al momento del pensionamento, sulla base delle retribuzioni percepite nell’ultimo anno di lavoro. L’importo è poi moltiplicato per un certo coefficiente e diviso per gli anni di servizio utili alla maturazione dell’indennità.
La quantificazione del TFS/TFR spettante ai lavoratori pubblici avviene quindi alla fine del rapporto di lavoro. Ecco perché l’anticipo TFS dipendenti pubblici in servizio non è una strada praticabile. Per ottenere un finanziamento prima del pensionamento, meglio ricorrere ad una cessione del quinto sullo stipendio.
Tornando alla questione della quantificazione del TFS/TFR, questa è prevista solo dopo la cessazione del servizio, che può avvenire per l’accesso a:
- pensione di vecchiaia;
- pensione anticipata.
Solo una volta a riposo il lavoratore scopre a quanto ammonta l’indennità spettante, richiedendo la relativa quantificazione all’ente erogatore (che nella maggior parte dei casi è l’Inps). E per chi sfrutta l’opzione Quota 100, il diritto all’erogazione dell’indennità si matura solo nel momento in cui il richiedente raggiunge i requisiti per il pensionamento con trattamento di vecchiaia o pensionamento anticipato.
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Trova un ConsulenteDomanda anticipazione TFR dipendenti pubblici in servizio: ecco perché presentarla
Sebbene i requisiti per l’accesso al TFS/TFR, e al relativo prestito di anticipo, si maturino solo con la pensione, un lavoratore che è prossimo al pensionamento può iniziare a presentare la richiesta di finanziamento. Perché farlo? Per accorciare i tempi tecnici dell’istanza di anticipo liquidazione statali e pubblici.
Sì, perché le tempistiche tendono ad essere piuttosto dilatate. Specie se si ricorre ai finanziamenti in convenzione, ossia erogati da banche che hanno aderito all’Accordo Quadro per l’anticipo a tasso agevolato. In questo caso, il pensionato ottiene fino a 45.000 euro a un interesse vantaggioso, ma l’iter di richiesta tende ad essere abbastanza complesso.
Inoltre, non è sempre possibile ottenere il 100% dell’indennità maturata. Cosa che invece è pressoché scontata quando ci si rivolge alle banche che operano senza sottostare alle regole dell’Accordo Quadro, ossia applicando tassi di interesse e condizioni di mercato.
Una ragione in più per valutare l’inoltro della domanda di anticipo TFS dipendenti pubblici in servizio e ricorrere all’assistenza di un consulente del credito. Questo è un operatore con anni di esperienza che supporta il lavoratore pubblico nella selezione dell’opzione più conveniente. Valutando pro e contro del prestito anticipo TFS a tasso agevolato e dei finanziamenti erogati da banche non in convenzione.