Rinnovare cessione del quinto: normativa e quante volte si può fare
Il rifinanziamento della cessione del quinto dello stipendio o della pensione è una soluzione ammessa dalla normativa italiana e regolata dall’articolo 39 del DPR 180/1950. Questo stabilisce la possibilità per il contribuente di rinnovare cessione del quinto entro certi limiti di tempo.
In particolare, il suddetto articolo 39 vieta l’attivazione di un nuovo finanziamento contro cessione del quinto prima che siano trascorsi almeno i due quinti del periodo di rimborso. Vale a dire almeno due anni per i finanziamenti con durata quinquennale e quattro anni per quelli decennali.
La rinegoziazione della cessione del quinto impone l’attivazione di un nuovo finanziamento e quindi l’estinzione di quello precedentemente sottoscritto. Ciò implica la possibilità di ridefinire tutte le condizioni di rimborso con la banca, nonché il passaggio ad una nuova realtà finanziaria. Sì, perché essendo di fatto un nuovo contratto, il rinnovo può essere attivato presso qualsiasi ente di credito disposto a concederlo e non vi sono quindi vincoli con la banca o finanziaria originaria.
Un aspetto, quello appena descritto, estremamente importante. Il fatto che il rinnovo si sviluppi con l’estinzione del prestito in corso, e l’attivazione di una nuova linea di credito, ha infatti diverse conseguenze che al beneficiario potrebbero sfuggire. Quantomeno in un primo momento.
Anzitutto, la questione dei costi. Il rifinanziamento cessione del quinto comporta l’applicazione di penali di estinzione per il finanziamento in corso e ulteriori spese per l’attivazione della nuova cessione. Perciò prima di dare il via alle pratiche è consigliabile consultare un esperto del credito per valutare l’impatto dei vari costi sulla convenienza dell’operazione.
Quante volte è ammesso il rinnovo cessione del quinto: i limiti della normativa
Sebbene la normativa stabilisca dei limiti chiari per quanto riguarda il termine in cui presentare la domanda per rinnovare cessione del quinto, non si esprime in merito al numero di rinnovi ammissibili per ogni debitore. E poiché la rinegoziazione del prestito impone una nuova procedura di finanziamento è logico che il limite potrebbe apparire come un controsenso agli occhi sia delle banche che dei contribuenti.
Se infatti leggiamo attentamente il testo dell’articolo 39 del DPR 180/1950 vediamo che è possibile sottoscrivere una nuova cessione del quinto dopo due anni di rimborso se il contratto è quinquennale, dopo quattro anni se è decennale, ma esistono delle eccezioni.
In particolare, se la cessione del quinto ha durata quinquennale è possibile ricorrere al rinnovo quinto di stipendio o pensione prima dei due anni di rimborso. Purché venga sottoscritta una cessione decennale. Resta comunque indispensabile estinguere il finanziamento precedente.
La normativa non stabilisce quindi alcun limite al numero di volte per cui è possibile rinnovare cessione del quinto. Di conseguenza è possibile richiederla quante volte si vuole, a patto di trovare una banca o società finanziaria disposta a concedere il rifinanziamento.
Ma la legge prevede un’ulteriore regola per chi fa ricorso a questa tipologia di finanziamento. Se è stata approvata l’estinzione anticipata per il precedente contratto su cessione del quinto, è possibile contrarne una nuova solo dopo un anno.
Le regole per il rinnovo cessione del quinto pensionati
Quando a voler rinnovare cessione del quinto è un pensionato, non basta tenere in considerazione le limitazioni stabilite dalla legge. Alle regole rinnovo cessione del quinto normativa infatti si affiancano le condizioni applicate da banche e società finanziarie per tutelarsi dal rischio di insolvenza.
Allora, chi può ottenere cessione del quinto rinnovo della pensione? Sono normalmente accolte le domande inoltrate da pensionati che alla data prevista per l’estinzione del nuovo prestito avranno meno di 80 anni. Anche se alcune banche riducono il limite a 70-75 anni. A fare la differenza nella maggior parte dei casi sono quindi le politiche conservative adottate dalla banca, ossia il livello di rischio massimo considerato accettabile dall’istituto di credito.
Come è facile capire, queste sono regole che non riguardano i lavoratori in attività di servizio. Tuttavia si possono presentare difficoltà anche per le richieste di rinnovo quinto dello stipendio avanzate da dipendenti del settore privato o parastatali che sono vicini all’età di pensionamento. Sì, perché mentre per i lavoratori pubblici la rata passa dallo stipendio alla pensione in maniera automatica, per chi fa parte del mondo del lavoro privato le cose non stanno così.
Di conseguenza, è possibile che la banca o società finanziaria cui ci si rivolge per il rifinanziamento rigetti la domanda anche se si rispettano tutte le regole per il rinnovo cessione del quinto dopo quanto tempo. Una ragione in più per consultare un consulente specializzato in questo segmento di credito al consumo prima di avanzare l’istanza di finanziamento.
Il parere di un professionista è infatti il criterio più affidabile su cui basarsi per valutare la fattibilità della propria richiesta e le possibilità di vederla accettata dall’istituto di credito. E i rischi associati ad un rifiuto dell’istanza sono maggiori di quanto immagina la maggior parte dei consumatori.