Prestiti con delega per dipendenti privati: dai requisiti alla domanda
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Redazione TiPresto
Pubblicato il: 06/06/2022
Tempo di lettura: 5 minuti
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Prestiti con delega per dipendenti privati: dai requisiti alla domanda

Rata costante, semplicità nella gestione e possibilità di ottenere credito anche per chi ha avuto problemi con i passati finanziamenti. Sono questi i vantaggi che spingono moltissimi lavoratori del settore privato a scegliere i prestiti con delega.

Ma come si ottengono? Quali sono le procedure per la richiesta della delega di pagamento? Andiamo per ordine e vediamo quali sono le caratteristiche e i vantaggi del prestito con delega.

Sommario

Prestito con delega di pagamento dipendenti privati: cos’è, come funziona e chi può ottenerlo

La prima cosa da chiarire quando si parla di prestiti con delega è che sono accessibili indipendentemente dalla presenza di segnalazioni come cattivo pagatore nei database SIC o CRIF. Essendo garantiti dalla presenza di un reddito fisso dimostrabile, per la concessione dei prestiti con delega di pagamento e cessione del quinto non è preso in esame lo storico finanziario del richiedente.

Ai fini della concessione del capitale è decisiva invece la presenza di un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Ma anche la sottoscrizione della polizza obbligatoria per legge, che nel prestito con delega di pagamento (come nella cessione del quinto) copre sia per il rischio vita che per il rischio impiego.

È evidente, stando a quanto descritto nelle righe precedenti, che il prestito delega è riservato ai soli lavoratori dipendenti in attività di lavoro. Sono completamente esclusi i pensionati, che hanno invece diritto alla cessione del quinto. 

La possibilità di cedere un secondo quinto della busta paga, impegnando fino al 40% dello stipendio in rate per il pagamento dei prestiti, è teoricamente possibile per i lavoratori di ogni settore. Tuttavia, risulta generalmente più semplice per quelli appartenenti al mondo pubblico e statale. 

La ragione? La maggior parte degli enti statali e molte amministrazioni pubbliche hanno sottoscritto delle convenzioni con banche e finanziarie per la concessione di prestiti in doppio quinto. Ciò comporta una semplificazione delle procedure di richiesta. Perché la domanda non viene sottoposta alla valutazione del datore di lavoro, che sottoscrivendo la convenzione accetta a priori l’incarico di terzo delegato. Aspetto determinante per l’esito del prestito su delegazione di pagamento. 

Se invece il datore di lavoro rifiuta di fare da terzo delegato, il finanziamento non può essere concesso. E al dipendente viene quindi preclusa la possibilità di ottenere il denaro. Scenario piuttosto frequente quando non c’è una convenzione.

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Quanto si ottiene con il prestito con delega e come funziona il rimborso

Come già accennato, i prestiti con delega sono accessibili a tutti i dipendenti privati con contratto a tempo indeterminato. Banche e società finanziarie non si soffermano sullo storico creditizio quanto sull’adeguatezza del reddito rispetto alle somme richieste.

A tal proposito è importante chiarire che la rata mensile può raggiungere il 20% dello stipendio netto. Data la coesistenza di cessione del quinto con delega come condizione fondamentale per la concessione dei prestiti con delega, è possibile impegnare fino ai due quinti dello stipendio. Tuttavia, in presenza di altre trattenute sulla busta paga, è fondamentale che la somma delle stesse non superi il 50% del reddito netto mensile. In ogni caso, il tasso di interesse è fisso.

La somma massima finanziabile è definita in base alla capacità di rimborso, ossia alla quota cedibile. Nonché in base alla durata del piano di ammortamento, che può estendersi fino a dieci anni. Banche e finanziarie tendono comunque a porre dei limiti in fatto di importi finanziabili con i prestiti delega, che solitamente non superano i 50.000-60.000 euro. Alcuni istituti di credito hanno una soglia più alta, fissata a 75.000 euro.

Complessivamente quindi il doppio quinto dà accesso a somme piuttosto elevate, senza bisogno di garanzie reali e con la certezza di una rata costante. Alla domanda di prestito delega vanno allegati i seguenti documenti:

  • CUD;
  • le ultime due buste paga;
  • carta d’identità;
  • codice fiscale.

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Perché non viene concesso il prestito delega a dipendenti privati

Nei prestiti con delega i vantaggi sono certi, non lo è altrettanto la concessione del capitale. Anche a fronte di una domanda adeguata al profilo del richiedente e alle aspettative della banca, è possibile che il prestito non si perfezioni perché il datore di lavoro sceglie di non aderire all’operazione.

Sì, perché se la domanda di finanziamento trova l’approvazione dell’ente di credito, va presentata al datore di lavoro. A lui spetta l’ultima parola: se non accetta di fare da terzo delegato, il doppio quinto non viene concesso. 

E ciò accade spesso, perché la maggior parte delle aziende rifiuta il compito di delegato per i pagamenti delle rate. Essendo consapevole che la delega di pagamento non è un diritto del lavoratore, il datore di lavoro preferisce non assumere questo ruolo per un nuovo prestito. Dato che già lo ricopre per la cessione del quinto, per cui non ha avuto possibilità di scelta. 

Quindi non c’è da stupirsi se una richiesta di prestito con delega va in fumo per il rifiuto dell’azienda datrice di lavoro, che oltre a non volersi caricare di un ulteriore impegno, teme il sovraindebitamento dei dipendenti.

Come trovare una soluzione a situazioni di questo genere? Ricorrendo al supporto di un consulente del credito specializzato in prestiti con delega e cessione del quinto dello stipendio. L’unica figura professionale in grado di fornire assistenza al cliente prima, durante e dopo la richiesta di prestito delega. Per trovare insieme il finanziamento che meglio soddisfa le sue esigenze, considerando le offerte di doppio quinto e le altre opzioni presenti sul mercato.

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