Vantaggi del prestito con delega di pagamento per dipendenti pubblici
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Redazione TiPresto
Pubblicato il: 27/06/2022
Tempo di lettura: 4 minuti
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Vantaggi del prestito con delega di pagamento per dipendenti pubblici

Pensato per chi ha bisogno di una nuova iniezione di liquidità, avendo già in corso una cessione del quinto dello stipendio, il prestito con delega di pagamento dipendenti pubblici rientra nella categoria dei prestiti personali. Consente quindi di ottenere importi anche elevati presentando come garanzia la sola busta paga, accompagnata dalle altre garanzie previste per legge.

Ma quali sono le condizioni per la concessione della delega di pagamento? A dispetto di quanto accade con la cessione del quinto dello stipendio, il prestito delega (detto anche doppio quinto) richiede l’approvazione del datore di lavoro. Soggetto, quest’ultimo, che si impegna a fare da delegato per il pagamento delle rate di ammortamento.

È compito del datore di lavoro infatti detrarre la somma dovuta a titolo di rata mensile dalla busta paga, e versarla alla banca o società finanziaria che concede il capitale. Ma se con la cessione del quinto l’Amministrazione o l’ente pubblico presso cui è assunto il richiedente non può rifiutare il ruolo di terzo delegato, nel prestito con delega ha facoltà di scelta

Ma vediamo nel dettaglio come funziona il prestito con delega di pagamento dipendenti pubblici. Quali sono i vantaggi della delega cessione del quinto e le principali differenze delegazione di pagamento cessione del quinto.

Sommario

Quando gli enti pubblici accordano la delega di pagamento

Come già accennato, per il prestito delega è essenziale che il datore di lavoro dia il proprio consenso a prendere parte all’operazione, che configura una fattispecie trilaterale. Nel caso specifico del prestito con delega di pagamento per dipendenti pubblici, le parti coinvolte sono:

  • Il dipendente pubblico che assume il ruolo di creditore delegante;
  • L’ente o amministrazione pubblica presso cui è assunto il richiedente, in veste di terzo delegato;
  • La banca o società finanziaria che eroga il finanziamento, in qualità di creditore delegatario.

Perché il contratto sia perfezionato è fondamentale che l’ente pubblico datore di lavoro accetti il ruolo di delegatario, con esplicito consenso. A meno che non vi sia già in corso una convenzione tra l’istituto di credito e la PA di competenza. In questa ipotesi, l’approvazione dell’ente di credito si considera fornita a priori e si procede quindi senza bisogno che questo fornisca specifica approvazione alla richiesta del dipendente di ottenere il credito. 

In altre parole, presentando la domanda ad una banca o finanziaria che ha stretto una convenzione con l’amministrazione presso cui è assunto, il dipendente pubblico deve preoccuparsi solo di soddisfare i requisiti fissati dall’ente di credito. Se la valutazione di fattibilità avrà esito positivo, l’iter del prestito con delega di pagamento risulterà pressoché sovrapponibile a quello di una cessione del quinto.

Quando invece non sono previste convenzioni tra banche e l’amministrazione datrice di lavoro, le cose cambiano. La domanda di prestito viene prima sottoposta all’ente di credito e poi alla PA. E il finanziamento viene concesso solo se ottiene l’approvazione di quest’ultima. 

Ed è piuttosto comune che gli enti pubblici rifiutino la delega pagamento, precludendo di fatto l’accesso al credito al lavoratore. Soprattutto se si considera che la sottoscrizione di convenzioni con gli istituti di credito è una prassi adottata solo da una parte delle Amministrazioni Pubbliche.

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Analogamente a quanto accade con la cessione del quinto, i prestiti con delega prevedono la cessione di una somma massima pari ad un quinto della busta paga netta. Questa costituisce la rata massima del finanziamento, sulla base della quale si definisce la somma finanziabile. 

L’esatto importo che può essere richiesto dal dipendente pubblico varia da caso a caso. A fare la differenza, in questo senso, sono sia la durata del piano di ammortamento che il profilo del richiedente. La normativa prevede infatti la possibilità di cedere un secondo quinto dello stipendio, arrivando al 40% se si considera la somma di cessione del quinto piu' delega. Ma in presenza di altre trattenute sullo stipendio, la somma complessiva non può eccedere il 50% della busta paga netta. 

Ci sono comunque altri aspetti da considerare, tra cui le condizioni imposte da alcune banche e società finanziarie che prevedono prestiti delega con importo massimo di 75.000 euro. Ma in alcuni casi, la soglia limite è di 50.000-60.000 euro. Il piano di ammortamento ha rate mensili, detratte direttamente dalla busta paga con una durata massima di 10 anni (120 mesi). Il tasso di interesse è fisso e la rata costante.

In ogni caso, ai fini dell’accesso al credito resta fondamentale la sottoscrizione della polizza assicurativa contro rischio vita e rischio impiego. Questa è del resto una condizione necessaria per la concessione di tutti i finanziamenti che si basano sulla delega stipendio. Si applica infatti alla cessione del quinto come al prestito con delega di pagamento. 

Il richiedente può scegliere di sottoscrivere la polizza con una compagnia assicurativa convenzionata con l’istituto di credito, oppure individuarne un’altra autonomamente. Poiché la polizza incide sulla convenienza di delega di pagamento e cessione del quinto, prima di richiedere il prestito è consigliabile valutarne l’impatto con un consulente creditizio.

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