Cessione del quinto e pignoramento: regole e limitazioni su busta paga e pensione
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Redazione TiPresto
Pubblicato il: 16/12/2022
Tempo di lettura: 13 minuti
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Cessione del quinto e pignoramento: regole e limitazioni su busta paga e pensione

Il rapporto tra cessione del quinto e pignoramento è più complesso e delicato di quanto si potrebbe immaginare. Non solo perché il pignoramento del reddito può avvenire nella misura massima del 20%, ma anche perché il pignoramento e la detrazione per cessione del quinto sono due operazioni molto diverse.

La cessione di un quinto di stipendio o pensione è un’operazione volontaria, con versamento della rata periodica in favore della banca o finanziaria che ha erogato il capitale. A seconda che la richiesta sia avanzata da un lavoratore dipendente o da un pensionato, la detrazione alla fonte avviene da parte del datore di lavoro o dell’ente previdenziale che concede la pensione (nella maggior parte dei casi, l’Inps).

Il pignoramento invece è un’azione che il contribuente subisce. Si verifica come effetto di sue gravi mancanze nei confronti di impegni precedentemente assunti, e solo a fronte di un’esplicita volontà da parte del creditore che desidera rientrare delle somme dovute. È facile quindi capire perché pignoramento e cessione del quinto non possono essere equiparate anche se entrambi prevedono una detrazione dal reddito ad opera di terzi.

La coesistenza di cessione del quinto e pignoramento può determinare alcune difficoltà al contribuente. Non ultima l’impossibilità di ottenere nuovo credito attraverso la cessione di una quota della retribuzione. Ma gli aspetti di cui tenere conto vanno ben oltre le difficoltà nell’accesso a doppia cessione del quinto e pignoramento. Vediamo quindi nel dettaglio quali sono i punti cruciali del binomio cessione volontaria e pignoramento. Facendo chiarezza su cosa prevede la normativa nelle varie situazioni.

Sommario

Perché è possibile pignoramento dello stipendio in presenza di cessione del quinto

Quando c’è una coesistenza tra cessione del quinto e pignoramento, quest’ultimo viene notificato sia al debitore che al datore di lavoro o ente previdenziale. Tuttavia, la cessione del quinto non impedisce in alcun modo il pignoramento della retribuzione. Ossia di decurtare, tramite terzi, una quota della stessa mensilità usata come garanzia per il prestito contro cessione del quinto.

Ipotesi in cui si verifica quindi la presenza di due detrazioni:

  • Il pignoramento di una quota della retribuzione mensile fino all’estinzione del debito riconosciuto al creditore.
  • La detrazione della rata mensile dalla busta paga o pensione, fino al completo rimborso del finanziamento, composto da capitale e interessi.

A tal proposito è importante ricordare che la legge rende impossibile il pignoramento pensione e il pignoramento stipendio cessione del quinto nel caso in cui la retribuzione percepita sia inferiore ad una certa quota prefissata e diversa a seconda della categoria in cui ricade il richiedente. Se l’assegno mensile è al di sotto di questa soglia, non è possibile procedere con il pignoramento.

Una volta appurato che il richiedente possa essere sottoposto al pignoramento stipendio con cessione del quinto, è essenziale chiarire quali sono gli obblighi del datore di lavoro del contribuente. Essendo chiamato alla decurtazione delle somme dalla busta paga del lavoratore, il datore di lavoro deve comunicare il pignoramento all’autorità giudiziaria. Non solo: è suo compito far presenti sia gli importi previsti per il pignoramento che la retribuzione mensile percepita dal richiedente e il TFR accantonato.

Restando nell’ambito degli obblighi del datore di lavoro nell’ipotesi di cessione del quinto pignoramento, è tenuto a indicare all’autorità giudiziaria la presenza del prestito in corso e le sue caratteristiche. Punto particolarmente rilevante perché l’entità massima del pignoramento è legata alla quota di stipendio ceduta a titolo di rata mensile del prestito.

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Calcolo pignoramento e cessione del quinto: come si stima il quinto pignorabile

Ma come si calcola la quota per cessione del quinto e pignoramento successivo? Per la definizione della somma trattenuta dallo stipendio o dalla pensione è necessario tenere in considerazione non solo l’entità della retribuzione mensile, ma anche la rata del prestito in corso. Il pignoramento si calcola infatti partendo dall’importo della mensilità, senza considerare l’incidenza della rata già presente.

La quota decurtabile a titolo di pignoramento non può infatti essere superiore alla differenza tra la metà dello stipendio e la somma detratta a titolo di rata della cessione del quinto. Mentre quando cessione del quinto e pignoramento non esistono contemporaneamente, la somma decurtabile a titolo di pignoramento può eccedere tale soglia, rimanendo comunque all’interno del limite previsto per legge.

Facciamo un esempio pratico. Immaginiamo un lavoratore con una busta paga netta di 1400 euro. Ipotizzando una cessione quinto pignoramento successivo con una rata mensile già ceduta di 280 euro, la mensilità residua è di 1120 euro. In questo caso, applicando la regola che vede la somma massima come differenza tra 50% dello stipendio e rata ceduta, la somma massima decurtabile sarebbe di 420 euro.

Questo però solo in teoria: resta infatti il limite di legge che impone la possibilità di pignorare al massimo un quinto di stipendio o pensione. Quota che evidentemente, nel nostro caso, è nettamente inferiore a 420 euro. È importante quindi fare attenzione quando si fanno stime delle somme detraibili dal reddito, tenendo conto non solo dei meri numeri, ma anche delle regole e normative in vigore. Ecco perché è consigliabile consultare un consulente del credito.

Ma torniamo al calcolo del quinto cedibile. La base per il pignoramento è pari alla mensilità percepita dal richiedente, non decurtata della rata mensile del prestito. Su una busta paga di 1400 euro, si potrebbero detrarre massimo 280 euro.

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Cessione quinto pignoramento presso terzi e limiti alla pignorabilità dello stipendio

La ragione per cui la base di calcolo del quinto pignorabile è lo stipendio percepito dal richiedente, non considerando la detrazione della rata, va ricercata nella volontarietà della cessione del quinto. Essendo l’operazione finanziaria il riflesso di una scelta del contribuente, questa non limita le sue entrate.

In altre parole, il fatto che il dipendente decida di spendere un quinto delle sue retribuzioni per ripagare un prestito non significa che il suo reddito sia ridotto. Ma è solo indice di una scelta individuale, di cui la legge italiana non si occupa in questo senso. Il reddito del soggetto sottoposto a pignoramento è quindi da considerarsi nella sua interezza. Indipendentemente che si tratti della busta paga o di cessione del quinto della pensione e successivo pignoramento.

Trattando il tema dei limiti alla pignorabilità dello stipendio, bisogna chiarire che la pignorabilità della differenza tra reddito e rata impegnata nella cessione del quinto è prevista solo in certe situazioni e un scenari molto limitati.

Ossia ammettendo che la somma tra la quota ceduta e le quote di stipendio pignorate non superi il 50% dello stipendio, percentuale minima per garantire la soddisfazione delle esigenze del debitore. Solo in questo caso la differenza tra la metà dello stipendio e la quota ceduta è da considerare come interamente pignorabile. Regola che si applica anche nell’ipotesi di più pignoramenti successivamente sopravvenuti e ammessi in ogni caso nella misura massima di un quinto dello stipendio.

La metà dello stipendio resta quindi il punto di riferimento fondamentale per comprendere in quale misura è possibile la coesistenza di cessione del quinto e pignoramento. A differenza di quanto accade per la pensione non esiste un trattamento minimo vitale espresso in termini economici. Di conseguenza, qualsiasi busta paga è pignorabile, anche se è di poche centinaia di euro.

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Doppia cessione del quinto e pignoramento: è possibile?

La normativa non impedisce la coesistenza di doppia cessione del quinto e pignoramento. Chiaramente la situazione varia a seconda che il prestito delega (ossia la doppia cessione) sia stato richiesto prima o dopo il pignoramento dello stipendio. Essendo questo prestito una soluzione accessibile solo ai lavoratori dipendenti, lo scenario in questione non può in alcun modo coinvolgere i pensionati.

Ma come cambia il rapporto tra cessione del quinto e pignoramento quando interviene il prestito delega? Se il lavoratore ha già in corso una cessione del quinto ed è soggetto a pignoramento dello stipendio, la banca o società finanziaria tende a non accettare richieste di prestito delega. Il fine di tale rifiuto è ovviamente limitare il più possibile il rischio di sovraindebitamento del lavoratore.

Tuttavia ci sono istituti di credito che accettano richieste di prestito delega anche se già presenti cessione del quinto e pignoramento. Soprattutto quando la busta paga ha un importo considerevole. Naturalmente, poiché vige l’impossibilità di decurtare dalla busta paga oltre il 50% dello stipendio, la rata mensile del prestito delega potrebbe risultare notevolmente più bassa rispetto a quella della cessione del quinto.

Nella richiesta di prestito delega anche il datore di lavoro ha la possibilità di esprimere il proprio parere. Mettendo persino il veto all’operazione che, a differenza di quanto accade con la cessione del quinto, non rappresenta un diritto del dipendente e deve essere autorizzata dal datore di lavoro. Come è facile intuire, è comune che i lavoratori con in corso cessione del quinto pignoramento presso terzi non ottengano il prestito perché il datore di lavoro non si rende disponibile a detrarre la rata.

Diversamente, quando il pignoramento sopraggiunge a chi ha in corso cessione e doppio quinto, la quota dedicata al secondo potrebbe essere ridotta o sospesa per incrementare il quinto pignorabile.

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Le regole per pignoramento pensione con cessione del quinto in corso

Abbiamo parlato finora delle regole per cessione stipendio e pignoramento (si applicano anche in caso di rinnovo cessione del quinto in presenza di pignoramento e delega), passiamo quindi a quelle per pignoramento pensione con cessione del quinto in corso.

Quando si parla di cessione del quinto e pignoramento pensione, l’operazione è consentita per legge e prevede la detrazione del quinto pignorato da parte dell’ente previdenziale. Tuttavia a fare da limite per il pignoramento del reddito non è il 50% dell’assegno netto o il riferimento dell’assegno sociale. Il punto di partenza per il pignoramento è il superamento del trattamento minimo previdenziale. Somma aggiornata per legge con cadenza annuale e completamente impignorabile.

Il superamento del trattamento minimo è condizione indispensabile anche per l’accesso al credito con cessione del quinto. Di conseguenza, un pensionato che ha ottenuto un prestito con trattenuta diretta sulla pensione ha un reddito mensile netto superiore alla suddetta somma minima.

Entrando nello specifico delle operazioni effettuate per determinare la base per il calcolo del quinto pignorabile, la stima prevede la moltiplicazione del trattamento minimo stabilito per legge per 1,5. In altre parole, la pensione non pignorabile è pari ad una volta e mezzo il trattamento minimo. Sulla restante parte di reddito è possibile il pignoramento, nella misura massima stabilita per legge.

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Cessione del quinto pignoramento: chi può pignorare stipendio e pensione e come

Il pignoramento di stipendio o pensione è l’effetto di un titolo esecutivo. Il titolo in questione rappresenta l’ufficializzazione di un credito vantato e non riscosso e che può essere emesso per ragioni diverse, tutte necessariamente ammesse dalla normativa vigente. Sono infatti classificati come titoli esecutivi:

  • sentenze di condanna, incluse quelle di primo grado;
  • cartelle esattoriali;
  • contratti di mutuo regolarmente stipulati di fronte ad un notaio;
  • decreti ingiuntivi per cui non è stata presentata opposizione nei 40 giorni seguenti dalla data di notifica;
  • cambiali e assegni scaduti che sono andati in protesto;
  • ordinanze di sfratto con ordine di pagamento per le somme dovute a titolo di arretrati.

Perciò non è possibile procedere al pignoramento dello stipendio o della pensione a fronte di una fattura non pagata o di un contratto per cui l’altra parte non ha assolto i propri impegni. A meno che il creditore non abbia ottenuto il rilascio di un provvedimento di condanna da un giudice.

Il pignoramento può però essere bloccato dal debitore, purché vi siano le condizioni per presentare opposizione. La presentazione di un’opposizione al pignoramento è disciplinata dal Codice di Procedura Civile, all’articolo 615. Questo consente di contestare il diritto del creditore nel procedere verso il debitore attraverso un’esecuzione forzata. L’opposizione può però essere presentata solo se non vi è effettivamente un diritto sostanziale da parte del creditore o se vi sono vizi di forma nell’atto che costituisce il titolo esecutivo.

Le cose cambiano sensibilmente quando si parla di cessione del quinto Equitalia. Quando a vantare il credito, e di conseguenza imporre il pignoramento del quinto dello stipendio, è Equitalia si fa riferimento ad una norma specifica. Secondo la legge Equitalia cessione del quinto, il pignoramento di un quinto è possibile solo per i compensi professionali superiori a 5.000 euro. Altrimenti, la quota scende.

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Richiesta di cessione volontaria e pignoramento in corso: come si comportano le banche

Dopo aver affrontato le possibilità per i titolari di cessione del quinto opponibilità pignoramento, passiamo all’ultimo punto della nostra disamina del rapporto tra cessione del quinto e pignoramento. Immaginiamo che un soggetto sottoposto a pignoramento dello stipendio o della pensione desideri richiedere un prestito contro cessione del quinto. È possibile?

La risposta è sì, almeno in teoria. La normativa stabilisce infatti l’impossibilità di detrarre dalla busta paga oltre il 50% dello stipendio, che resta intatto in caso di un solo pignoramento applicato su un quinto del reddito netto. Tuttavia, in caso di più titoli esecutivi, potrebbe diventare impossibile ottenere credito, anche da un punto di vista normativo.

Allo stesso modo, per un titolare di pensione è teoricamente possibile. A condizione chiaramente di lasciare intatta la quota di trattamento previdenziale considerata vitale per il pensionato. Se si sfora quel limite, l’accesso al credito è automaticamente negato.

Oltre alle condizioni imposte dalla normativa bisogna però valutare quelle effettivamente applicate da banche e società finanziarie. È raro che un ente di credito accordi una cessione del quinto della pensione o dello stipendio a chi ha in corso un pignoramento, identificando il soggetto con un profilo troppo a rischio. Resta però una condizione del tutto arbitraria, perché la cessione del quinto è un prestito che fornisce garanzie estremamente solide per via dei particolari meccanismi che la regolano.

Come trovare l’offerta di cessione del quinto e pignoramento che meglio risponde alle proprie necessità? La scelta migliore è consultare un esperto del credito per valutare nel dettaglio la specifica situazione del contribuente. Affrontando non solo gli interrogativi più scontati (come “se ho una cessione del quinto possono pignorare lo stipendio?”) ma anche il calcolo del quinto cedibile e la documentazione necessaria per la richiesta. Operazioni che richiedono le competenze di un consulente del credito.

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