Cessione del quinto senza TFR: cos'è e chi può ottenerla
La cessione del quinto è il prestito preferito dai lavoratori dipendenti. Merito della combinazione tra ridotte garanzie e numerosi vantaggi. Consente infatti di ottenere liquidità senza giustificare l’utilizzo che si intende fare del denaro, con la possibilità di accedere al credito anche per chi ha avuto problemi con il pagamento dei passati finanziamenti. Ci sono però situazioni in cui il prestito diventa difficile da ottenere, è il caso delle richieste inoltrate dai neoassunti, che pur rispondendo a tutte i requisiti essenziali per l’accesso al credito, non dispone di un TFR adeguato. In questi casi, l’unica opzione è la cessione del quinto senza TFR.
Ma come funziona la cessione del quinto senza vincolo TFR? Quali sono le condizioni per ottenere questi prestiti per neoassunti? Chi altri può ottenere la cessione del quinto senza TFR? Vediamolo insieme.
Cos’è la cessione del quinto no TFR e chi può richiederla
Il rapporto tra cessione del quinto e TFR è particolarmente delicato. Sebbene il Trattamento di Fine Rapporto non rappresenti la garanzia di base del finanziamento, costituisce una garanzia fondamentale per la banca o società finanziaria che concede il capitale. Viene infatti utilizzato per rimborsare il debito nel caso in cui il rapporto di lavoro termini in maniera definitiva. Quindi anche nell’ipotesi in cui la figura del datore di lavoro venisse a mancare, l’ente di credito è tutelato dal rischio di insolvenza.
La cessione del quinto senza TFR rappresenta perciò un’eccezione rispetto alle tradizionali formule di cessione del quinto. Sono poche le banche e società finanziarie disposte a concedere prestiti cessione del quinto senza TFR, proprio perché considerati troppo rischiosi.
In ogni caso, se si riesce ad individuare un istituto di credito che ha nella propria offerta questo prodotto, la cessione no TFR è accessibile non solo ai neoassunti, ma anche a chi non ha un TFR cospicuo pur essendo assunto da tempo. Pensiamo ad esempio a chi sceglie di richiedere l’anticipo del TFR per l’acquisto della casa o per far fronte a spese di altra natura.
Nata per andare incontro alle esigenze dei lavoratori che hanno accantonato un Trattamento di fine rapporto troppo basso per garantire il prestito desiderato, la cessione del quinto senza TFR fa leva sulla solidità dell’azienda datrice di lavoro per sopperire al rischio associato all’assenza di un TFR adeguato.
Sì, perché sono approvate solo richieste di persone assunte presso aziende con almeno 16 dipendenti. La ragione? Le realtà che soddisfano questo requisito prevedono per legge maggiori tutele per il lavoratore, colmando il gap lasciato dall’assenza di un TFR idoneo. Tra le tutele c’è il reintegro del lavoratore nell’ipotesi di rischio di perdita dell’impiego. Regola stabilita dall’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, che disciplina i licenziamenti individuali.
Quali sono i requisiti per la cessione del quinto senza vincolo TFR
Ma chi può ottenere la cessione del quinto con poco TFR? Oltre ad essere assunto presso un’azienda con almeno 16 dipendenti, il richiedente deve soddisfare i seguenti requisiti.
- Titolarità di un contratto di lavoro a tempo indeterminato;
- Aver superato il periodo di prova stabilito da contratto;
- Disporre di un reddito fisso dimostrabile sufficiente al pagamento della somma richiesta, con l’applicazione di una rata massima del 20% della busta paga netta.
Ci sono poi banche e società finanziarie che concedono la cessione del quinto senza il TFR solo a chi è assunto presso aziende con una specifica forma giuridica societaria. Vale a dire SPA, SRL e grandi cooperative. Si tratta però di regole variabili da caso a caso, quindi prima di avanzare domanda di cessione del quinto no TFR è sempre consigliabile confrontarsi con un consulente del credito specializzato in questo segmento.
Con il supporto di un professionista qualificato è più semplice formulare una richiesta di prestito adeguata alle proprie capacità di rimborso ed individuare società finanziarie cessione del quinto senza TFR. Affidarsi a un consulente è la scelta giusta per evitare di vedersi rigettata la domanda, con tutte le spiacevoli conseguenze del caso.