aumento tassi interesse
Pubblicato il: 20 aprile, 2023
Tempo di lettura: 3 minuti
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L’aumento tassi interesse mutui riduce il potere di acquisto degli italiani

L’aumento tassi interesse causato dalle politiche della BCE ha avuto effetti sull’intero sistema creditizio ed economico italiano, tanto da incidere sul potere d’acquisto dei mutuatari. Secondo un recente studio presentato dal comparatore Facile.it sulla base di un’analisi che ha interessato 20.000 richieste di finanziamento presentate tra febbraio 2022 e febbraio 2023, il potere d’acquisto di chi richiede un mutuo è diminuito del 22% rispetto all’anno scorso.

In altre parole, se 12 mesi fa per acquistare casa era necessario avere un buon profilo creditizio, una posizione lavorativa solida e garanzie patrimoniali ritenute sufficienti, oggi il consumatore che vuole comprare casa deve fare i conti anche con inflazione e rialzo tassi di interesse. Tutto ciò anche se non si tratta di una persona interessata ad un mutuo a tasso variabile.

Sì, perché a dispetto di quanto possono immaginare alcuni consumatori, il rialzo dei tassi interesse BCE ha avuto un effetto a valanga su tutto il settore del credito. Perché aumentando il costo del denaro, la BCE ha di fatto modificato gli equilibri dell’intero sistema bancario europeo. Con la conseguenza che sono saliti vertiginosamente anche i tassi Euribor ed Eurirs.

Tutti i parametri per l’indicizzazione dei mutui a tasso fisso e variabile quindi hanno vissuto una salita incredibile. E oggi il consumatore che si trova a dover richiedere un mutuo, deve affrontare costi che fino ad un anno fa erano impensabili.

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Come il rialzo tassi interesse incide sul potere d’acquisto de mutuatari

Chiarita la questione degli effetti del rialzo dei tassi di interesse BCE, è più semplice comprendere perché gli effetti di questi incrementi vanno a danneggiare tutti gli aspiranti mutuatari. Non c’è quindi da stupirsi se, per via della situazione generale, oggi l’acquisto di una casa tramite mutuo richiede uno stipendio più alto di quanto accadeva 12 mesi fa.

Tra l’aumento tassi interesse e il maggior costo delle case (dovuto all’inflazione) oggi serve un reddito più alto del 27% per ottenere casa. Ovviamente a condizione di confrontare mutui con pari importo e pari durata.

Dall’analisi presentata dal noto comparatore online emerge anche un altro dato estremamente interessante, che riguarda i requisiti di accesso al credito. Numeri alla mano, circa il 18,5% degli italiani che lo scorso anno hanno sottoscritto un mutuo, oggi non avrebbero i requisiti necessari per ottenerlo. Sì, perché non avrebbero le condizioni necessarie per rispettare il rapporto rata-reddito massimo previsto dal nostro sistema bancario.

Per semplificare, possiamo dire che a febbraio 2022 un consumatore in grado di sostenere una rata mensile di 480 euro poteva ottenere un mutuo di 126.000 euro con rata fissa e tasso fisso. Oggi con la stessa rata si ottiene un mutuo di circa 98.700 euro. Sempre a condizione di scegliere rata e tasso costanti nel tempo.

Naturalmente allungando la durata del piano di ammortamento è sempre possibile ottenere somme più elevate, anche se si dispone di uno stipendio medio. Tuttavia la scelta di indebitarsi per oltre 20 o 30 anni andrebbe ponderata con attenzione, meglio se con il supporto di un consulente del credito. Senza contare che solo alcune banche propongono mutui fino a 40 anni, e spesso si tratta di finanziamenti rivolti esclusivamente ai più giovani.

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