Corte Costituzionale TFS statali: la questione sul pagamento differito
I tempi di attesa per l’erogazione del TFS sono legittimi? È questa la domanda al centro della questione Corte Costituzionale TFS statali, che da mesi è oggetto di discussioni e analisi nel mondo della giurisprudenza. Il fatto scatenante risale a mesi fa, per la precisione a settembre 2022, quando il Giudice del Lavoro di Velletri ha sospeso il giudizio sulla legittimità del pagamento differito, rimettendosi alla Corte Costituzionale.
È quest’ultima quindi a doversi pronunciare sulla legalità e correttezza del versamento rateale dell’indennità maturata. Ma vediamo nel dettaglio come sono andate le cose e quali sono i possibili risvolti della vicenda TFS dipendenti pubblici Corte Costituzionale.
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Trova un ConsulenteTFS e Corte Costituzionale: attesa la sentenza sul diritto alla dilazione del pagamento
A dare il via alla questione è stato il ricorso presentato da un dipendente pubblico. L’istanza mossa dal lavoratore, ormai giunto alla pensione, ha come scopo il riconoscimento del trattamento in un’unica soluzione.
A settembre la vicenda è stata portata dinnanzi al Giudice del Lavoro di Velletri, che ha riconosciuto il ricorso come fondato e meritevole di tutela, ed ha sospeso il giudizio rimettendosi alla decisione della Corte Costituzionale che proprio in questi mesi si trova a dover chiarire una volta per tutte la delicata situazione del pagamento del TFS.
Sì, perché non è la prima volta che la Corte si trova a discutere sul tema dell’erogazione del TFS TFR. In particolare, è attesa nelle prossime settimane una sentenza Corte Costituzionale TFS mirata a chiarire la legittimità di alcune leggi che contrastano tra loro. Ed è proprio questo che ha spinto il Tribunale di Velletri a sospendere il giudizio (rimandato a novembre 2023) in attesa che la Corte si pronunci sull’ordinanza di rinvio formulata dal TAR del Lazio il 17 maggio 2022.
Il TAR del Lazio si è infatti trovato a gestire un ricorso molto simile a quello sottoposto al Giudice del Lavoro di Velletri. Un pensionato della Polizia di Stato ha presentato ricorso nei confronti dell’Inps e del Ministero dell’Interno, richiedendo il versamento di eventuali interessi sulla somma. Nonché la rivalutazione dell’indennità.
Anche in questo caso il giudizio è stato rimesso alla Corte Costituzionale in virtù sia delle sue competenze che delle precedenti sentenze della stessa sulla questione del TFS- TFR per dipendenti pubblici.
Di particolare rilevanza in questo senso è la sentenza Corte Costituzionale TFS statali numero 159 del 2019. Questa giustifica la dilazione del TFS in caso di pensionamento anticipato, ritenendo nell’interesse dello Stato disincentivare il collocamento a riposo in anticipo.
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Trova un ConsulenteEffetti della sentenza Corte Costituzionale TFS: cosa cambierà e per chi
La sentenza numero 159 del 2019 della Corte Costituzionale individua nei lavoratori che terminano il servizio con il raggiungimento dei limiti di età soggetti maggiormente tutelabili rispetto a chi sceglie il pensionamento anticipato. In virtù di questo assunto, nonché dell’articolo 36 Cost, è verosimile che la questione Corte Costituzionale TFS statali finisca per rendere illegittimo il dilazionamento del pagamento del TFS per i lavoratori che arrivano alla pensione solo dopo aver raggiunto i limiti di età.
Per questi soggetti, il diritto del lavoratore pubblico alla liquidazione dell’indennità, che ha funzione retributiva e previdenziale, è ritenuto non sacrificabile. Cosa che invece è ammessa per chi sceglie il pensionamento anticipato, come chiaramente indicato dalla suddetta sentenza della Corte.
E poiché sia il pensionato protagonista del ricorso al Tar del Lazio sia quello che ha presentato il ricorso al Giudice del Lavoro di Velletri hanno cessato il rapporto di lavoro per sopraggiunti limiti di età, l’esito della questione sembra già scritto. Tuttavia, prima di trarre conclusioni affrettate è necessario attendere la sentenza Corte Costituzionale TFS statali sulla questione sollevata dal TAR del Lazio.
Questo pronunciamento chiarirà in maniera definitiva il diritto dell’Inps (e in generale degli enti erogatori del TFS) di dilazionare il Trattamento di Fine Servizio o Fine Rapporto spettante al lavoratore che arriva alla pensione per sopraggiunti limiti di età. È incerto però se un’eventuale sentenza di questo genere potrà avere effetti anche sul diritto al TFS per i lavoratori pubblici che scelgono la pensione anticipata.
In ogni caso, per i lavoratori pubblici si tratterebbe di una svolta notevole perché potrebbero ottenere il versamento dell’intera indennità dopo 24 mesi dal pensionamento. Un tempo eccessivo nel confronto con quanto accade nel mondo privato, ma notevolmente ridotto rispetto a quelli attuali. Il prestito di anticipo TFS resterebbe quindi necessario in diversi scenari.