Anticipo del TFS
Pubblicato il: 25 aprile, 2023
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Perché nel 2023 l’anticipo del TFS a tasso agevolato è meno conveniente

È ufficiale: l’anticipo del TFS a tasso di interesse agevolato non è più tanto conveniente. Lo sanno bene i molti dipendenti del settore pubblico che hanno presentato richiesta di anticipo TFS nelle ultime settimane e si sono trovati di fronte a preventivi con condizioni al di sopra dei prezzi di mercato per un prestito personale.

Come è possibile tutto questo? Il tasso agevolato applicato all’anticipo TFS dalle banche e finanziarie che hanno sottoscritto la convenzione statale si basa sul valore del Rendistato. Ovvero sul rendimento ponderato dei Titoli di Stato italiani, che a dicembre 2022 ha visto un rialzo incredibile. Dopo anni in cui il valore del Rendistato era vicino allo zero, alla fine dello scorso anno è arrivato a 3,804. E di conseguenza, i tassi di interesse proposti da banche e finanziarie che erogano l’anticipo TFR dipendenti pubblici in convenzione sono arrivati intorno al 5%.

Colpa del valore dei rendimenti dei BTP statali (il Rendistato per fasce di vita residua superava il 4,3% a febbraio per la fascia 20 anni e 7 mesi) ma anche dello spread applicato per legge al suddetto valore. Spread che è pari allo 0,40% e, seppur in minima parte, contribuisce ad aggravare il carico di spesa sulle spalle del pensionato. Portando ad una spesa complessiva decisamente onerosa, anche in relazione alla somma erogabile e alle alternative per lavoratori pubblici in pensione o prossimi al pensionamento.

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Le alternative agli anticipi TFR dipendenti pubblici a tasso agevolato

Come è facile intuire alla luce di quanto detto nelle righe precedenti, il meccanismo dell’anticipo del TFS a tasso agevolato è stato conveniente per anni per via del Rendistato pari (o prossimo) allo 0. A fronte di questa condizione il pensionato si trovava a dover sostenere di fatto solo le spese legate allo spread dello 0,40%. Ma allo stato attuale, l’anticipo TFS dipendenti pubblici è diventato più costoso di un prestito personale o di una cessione del quinto.

E certamente non vale la pena accorciare i tempi di erogazione della liquidazione pagando un prezzo tanto alto, soprattutto se si considera che la somma massima erogabile con questa misura è di 45.000 euro. Per la restante quota di liquidazione è comunque necessario attendere i tempi burocratici tradizionali.

Il prestito a tasso di interesse agevolato non è però l’unica soluzione per ottenere il TFS dipendenti pubblici prima della data prevista per la naturale liquidazione. In alternativa è possibile ricorrere all’anticipo del TFS a tasso di mercato. Si tratta di una forma di finanziamento che non prevede convenzioni statali, ma segue logiche analoghe a quelle dei prestiti personali.

Scegliendo l’anticipo liquidazione statali a tasso di mercato non ci sono limitazioni in fatto di importo finanziabile né regole particolari per la definizione del tasso di interesse. Attualmente quindi è molto probabile trovare in questa opzione la soluzione più conveniente.

Quanto ai nuovi prestiti Inps, recentemente introdotti dall’ente previdenziale come ulteriore alternativa all’anticipo TFS agevolato, il tasso di interesse è fisso all’1%. Ma si aggiungono le spese per la gestione della pratica e i prelievi in favore del Fondo Credito Inps. Il costo quindi dovrebbe essere inferiore a quello previsto dall’anticipo a tasso agevolato. Tuttavia non c’è certezza di rientrare tra i beneficiari della procedura, perché attualmente sono stanziati fondi limitati.

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