Nuovo rialzo dei tassi di riferimento BCE: aumentano di 50 punti base
Come annunciato nelle scorse settimane, la Banca Centrale Europea ha ufficializzato il rialzo dei tassi di riferimento BCE. L’incremento avviene nella misura di mezzo punto percentuale (ovvero 50 punti base) e coinvolge sia il tasso sui rifinanziamenti principali sia quello relativo a depositi e prestiti marginali.
Cattive notizie quindi per chi ha in corso un mutuo a tasso variabile indicizzato al tasso interesse BCE, perché vedrà salire ulteriormente la rata periodica. E anche se l’obiettivo della Banca Centrale non è mantenere i tassi a questo livello a tempo indeterminato, la situazione potrebbe restare stabile per diversi mesi.
Sì, perché la presidente BCE Christine Lagarde ha riconfermato la sua determinazione ha portare l’inflazione in Europa al 2% nel medio termine. E poiché attualmente i livelli di inflazione si prevedono ben al di sopra di questo livello, l’aumento dei tassi interesse BCE resta la politica della Banca Centrale per contrastarla sia nel medio che nel lungo termine. Anche se il Consiglio direttivo si dice pronto a intervenire, se necessario, per preservare la stabilità finanziaria nella zona euro.
Quest’ultima ipotesi sembra comunque improbabile. La presidente della BCE ha infatti sottolineato che il settore bancario dell'area dell'euro è dotato di buona capacità di tenuta. Non si prevede quindi un intervento in termini di erogazione di liquidità a sostegno del sistema finanziario, almeno non nel breve termine.
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Trova un ConsulenteNuovi tassi BCE: quali sono i valori maggiorati dopo la riunione del 16 marzo
Il rialzo dei tassi di riferimento BCE comporta una maggiorazione dei tre parametri fondamentali emessi dalla Banca Centrale. Ciò significa che il tasso sui rifinanziamenti principali sale al 3,50%, arrivando a toccare un livello più alto di quanto non fosse accaduto dall’ottobre del 2007. Per la prima volta, quindi, si può davvero paragonare la situazione finanziaria attuale a quella che ha preceduto la grande crisi economica del 2008.
Il tasso di interesse BCE sui depositi invece sale al 3%, mentre quello sui prestiti marginali si porta al 3,75%. Come è facile intuire, anche queste due variazioni incidono sull’intero assetto economico della zona euro. Non solo perché il costo del denaro aumenta, ma anche perché da questi fattori dipendono rendimenti in investimenti e costi sostenuti dagli enti bancari.
Inoltre è probabile che banche e finanziarie inizieranno a rivedere le condizioni della propria offerta per tutelarsi dai maggiori costi che incombono su di loro. Anche alla luce del fatto che le stime della BCE prevedono un’inflazione media del 5,3% per il 2023, con una riduzione progressiva negli anni a venire. Per il 2024 si stima un livello medio del 2,9%, mentre per il 2025 l’inflazione dovrebbe attestarsi mediamente al 2,1%.
Il rialzo dei tassi di riferimento BCE renderà ancor più difficile per i consumatori individuare finanziamenti a condizioni vantaggiose autonomamente. Ragione per cui, prima di avanzare una richiesta è consigliabile ricorrere al supporto di un consulente del credito. L’unico professionista in grado di supportare il cliente nella selezione del finanziamento più adatto alle sue esigenze.