Mutui tassi interesse marzo: il fisso più conveniente del variabile
A marzo 2023 cambiano gli scenari del mercato del credito. Quello che si delinea è infatti un quadro estremamente inusuale: i mutui tassi interesse variabili sono più costosi delle offerte a tasso fisso. A confermarlo è l’ultimo report di Mutuionline.it, che indica un Tan medio dei finanziamenti a tasso variabile di 4 punti base più alto rispetto al Tan medio dei mutui tasso fisso.
Andamento tassi mutui marzo 2023
Stando ai dati pubblicati da Mutuionline.it, a marzo 2023 il Tan medio dei finanziamenti a tasso variabile con una durata di 20 e 30 anni si attesta al 3,80%. Mentre per i finanziamenti a tasso fisso con le medesime durate, i mutui tassi interesse medi si aggirano intorno al 3,76%.
Questo sorpasso sarebbe da attribuire ai finanziamenti a tasso fisso di durata trentennale, poiché il valore del parametro Irs a 30 anni è decisamente conveniente rispetto al suoi corrispondenti a tasso variabile. Si attesta infatti al 2,54% e consente al beneficiario di ottenere una rata molto più bassa di quanto non potrebbe scegliendo, ad esempio, un mutuo a tasso variabile indicizzato all’Euribor a 3 mesi (con valore pari a 3,01%).
Cosa attendersi per i prossimi mesi? Dati gli effetti inattesi dello stato di tensione sui mercati, che ha portato al fallimento di Credit Suisse, è probabile che non si verifichino altri aumenti significativi del costo del denaro. Anche in virtù di un livello di inflazione nettamente in discesa nell’Eurozona: i dati di marzo segnano un +6,9%, il valore più basso dell’ultimo anno. Gli analisti concordano infatti che per il secondo trimestre dell’anno non c’è da aspettarsi una maggiorazione complessiva del costo del denaro non superiore a 50 punti base.
Vuoi chiedere un Mutuo?
Trova un ConsulenteVariazioni della rata in base al tasso interesse mutuo
Quanto all’impatto che il costo del denaro potrebbe avere sui bilanci familiari degli italiani nei prossimi mesi, Il report presentato dal comparatore online comprende una simulazione della rata futura per chi ha in corso un finanziamento.
I titolari di mutui tassi interesse variabile sostengono oggi rate nettamente più alte di quelle che sarebbero state corrisposte 12 mesi fa. Ad esempio, a fronte di un mutuo indicizzato all’Euribor a 3 mesi con un importo di 160.000 euro da rimborsare a 20 anni (LTV 80%) la rata parte dagli 895 euro circa. +28,4% rispetto alla rata minima di aprile 2022, che era leggermente al di sotto dei 700 euro.
E nell’ipotesi in cui la BCE decidesse effettivamente di compiere altri due rialzi dei tassi (da 25 punti base ciascuno) a partire dal terzo trimestre del 2023 la rata minima per un finanziamento del genere potrebbe aumentare ancora. Raggiungendo quota 935 euro. Un incremento che farebbe segnare un + 34,3% rispetto ad aprile 2022, con una maggiorazione mensile di 41 euro rispetto alla situazione attuale.
Va peggio a chi ha scelto il tasso variabile associato ad un piano di ammortamento trentennale. In questo caso, a fronte di un finanziamento da 160.000 euro, la rata minima è di circa 700 euro, mentre ad aprile 2022 si attestava a 475 euro.
Un incremento di oltre il 40% nell’arco di 12 mesi, che diventerebbe ancor più gravoso con gli ipotetici rialzi di maggio e giugno 2023. Ammettendo una maggiorazione totale di 50 punti base, la rata arriverebbe a 750 euro.
Nettamente migliore la situazione per i titolari di mutui tassi interesse fisso. Per il rimborso trentennale di 160.000 euro oggi la rata si attesta intorno ai 670 euro. Con la garanzia di una stabilità nel tempo, a prescindere dai rialzi della BCE.