Perché il mutuo variabile con Cap riscrive le regole del mercato
Le fluttuazioni dei tassi di interesse per chi ha in corso un mutuo a tasso variabile sono dovute alle oscillazioni dei parametri del mercato da cui dipendono. Parametri che variano a seconda del caso, ovvero in base all’indice definito contrattualmente. E ora che l’andamento dei mercati è sempre più instabile e con una tendenza al rialzo, il vantaggio in termini economici rischia di diventare un ricordo, almeno nel breve termine. Ecco perché sempre più consumatori guardano con interesse al mutuo variabile con Cap.
La ragione per cui attrae un numero crescente di persone è che combina i vantaggi del tasso fisso a quelli del tasso variabile. Il mutuatario che attiva un prodotto del genere, infatti, ha la sicurezza di sfruttare eventuali ribassi dei mercati per risparmiare sulla rata. Ma allo stesso tempo si protegge da rialzi eccessivi, per i quali la rata potrebbe diventare insostenibile nel lungo termine.
Prodotti di questo genere sono presenti sul mercato da anni, ma generalmente non ottengono particolare successo. Il perché è semplice da intuire: chi punta alla sicurezza di una rata costante sceglie fin da subito il tasso fisso, chi invece vuole sfruttare a proprio favore un periodo in cui i mercati vivono tendenze negative predilige il tasso variabile.
In questo particolare momento storico però il mutuo variabile con Cap diventa particolarmente interessante, andando quindi a riscrivere quelli che sono i comportamenti abituali dei consumatori italiani. Al punto che alcune banche e società finanziarie stanno sviluppando soluzioni di mutuo a tasso variabile con Cap per under 36 con copertura CONSAP.
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Trova un ConsulenteCome funziona il tasso variabile con Cap e quali vantaggi offre
Il meccanismo alla base del mutuo tasso variabile con Cap (noto anche come mutuo capped rate) è l’utilizzo di un parametro di riferimento tipico dei tassi variabili, ma con un tetto massimo. Quindi, il tasso è variabile e beneficia delle oscillazioni a ribasso del mercato, ma in caso di rialzi non supera la soglia fissata come tetto, che prende il nome di Cap.
Come il parametro per il calcolo del TAN, il tasso Cap è stabilito da contratto e non subisce quindi variazioni con il passare del tempo. Questo tetto tutela il mutuatario tanto più è basso, limitando i rincari dovuti a futuri aumenti del tasso di mercato di riferimento.
In ogni caso, prima di richiedere il finanziamento è consigliabile analizzare il valore del TAN in relazione alle medie di mercato. Sempre tenendo conto delle condizioni applicate ai finanziamenti con pari importo e durata.
Inoltre, ci sono dei potenziali lati negativi da valutare. Sebbene non ci sia una regola fissa, è prassi comune l’applicazione da parte delle banche di spread maggiori rispetto a quelli previsti per i comuni finanziamenti a tasso variabile. Non solo, ci sono enti di credito che prevedono anche una soglia minima per il TAN di interesse, ovvero il cosiddetto tasso floor.
Quest’ultimo viene generalmente fissato dalle banche in maniera tale da garantirsi un certo margine di guadagno, in modo da ribilanciare le eventuali perdite dovute all’applicazione del Cap in un periodo di forti rialzi dei tassi. Prima di prendere una decisione quindi è meglio ricorrere al supporto di un consulente del credito specializzato nel settore mutui. Solo così si ha la certezza di scegliere il mutuo variabile con Cap migliore.