Gli italiani richiedono maggiore erogazione prestiti, ma con la crisi scende la domanda di mutui
La crisi economica riscrive i comportamenti degli italiani in fatto di credito. A ottobre i mutui scendono del 24,5% rispetto all’anno passato, colpa anche del repentino crollo delle richieste di surroga, che con l’aumento dei tassi di interesse si sono bruscamente interrotte. Crescono invece le richieste di erogazione prestiti, che vedono una risalita della domanda del 10%.
Sono molte infatti le famiglie che, subissate da caro energia e inflazione, hanno trovato una soluzione nel ricorso ai prestiti personali. Secondo i dati pubblicati da CRIF, a ottobre 2022 c’è stata una crescita della domanda di finanziamenti personali e finalizzati a doppia cifra. Il 10% in più rispetto al 2021.
Crescita da record soprattutto per le richieste di erogazione prestiti personali, ossia quelli non finalizzati e legati ad uno specifico acquisto, nei quali il beneficiario ha la possibilità di utilizzare il capitale ricevuto a piacimento. Senza bisogno di specificare alla banca o finanziaria l’uso che si intende fare del capitale ottenuto in prestito. Per tutti i finanziamenti che rientrano nella categoria dei prestiti personali, l’incremento rilevato ad ottobre dal Barometro CRIF è del 19,5%.
Guardando invece al dato complessivo, l’importo medio dei prestiti ad ottobre è in aumento dell’1,6%. Un dato positivo dopo nove mesi di discesa. Il valore del finanziamento medio è di 8.127 euro. Anche in questo caso, se si analizza in maniera più dettagliata la domanda di erogazione prestiti, c’è un netto scostamento tra l’importo medio richiesto per i finanziamenti personali e quello relativo ai finanziamenti finalizzati. Per i primi l’importo medio si attesta a 12.041 euro (-5,8% rispetto al 2021) per i secondi è pari a 5.950 euro (+5,3 % nel confronto con ottobre 2021).
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In discesa i mutui mentre sale l’erogazione prestiti personali
Mentre l’erogazione prestiti sale i mutui tendono a scendere. L’andamento dei due segmenti è pressoché inverso, anche per via del rapido mutamento dei tassi di interesse, che nell’arco di pochi mesi sono cresciuti di diversi punti base a causa delle politiche della BCE. I rincari dei tassi di riferimento, combinati alle politiche di maggior cautela delle banche, hanno portato ad una contrazione delle richieste di mutuo da parte delle famiglie italiane.
Come è facile intuire, il fatto che il costo del credito sia praticamente raddoppiato nel giro di qualche mese rappresenta un forte deterrente per la domanda di mutui casa. Soprattutto da parte chi desiderava sottoscrivere un finanziamento per la casa usufruendo della garanzia statale fornita da Consap, che è stata confermata per il 2023 solo il 22 novembre, durante la conferenza di presentazione della prossima Legge Bilancio. Fino a novembre infatti le erogazioni di questo tipo sono state sospese per diverse settimane, per poi ripartire in misura provvisoria all’inizio del mese con la prospettiva di garanzie statali disponibili solo fino a dicembre 2022.
Stando ai dati forniti da CRIF, quindi, i mutui sono il segmento del credito più penalizzato. Il mercato mutui registra a ottobre una flessione del 24,5% rispetto al 2021. In questo senso contribuisce in maniera determinante il decremento delle richieste di surroga mutuo, che fa segnare un -58,3%.
Resta invece costante l’importo medio richiesto con i mutui, che si attesta a 142.660 euro. Il tasso preferito è quello fisso, mentre il variabile è ormai un’opzione per pochi dopo i rialzi della BCE, che non sembrano destinati a fermarsi. Orientarsi in questo scenario diventa quindi sempre più difficile per il consumatore medio e la figura del consulente del credito diventa sempre più rilevante.