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Pubblicato il: 17 marzo, 2023
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Liquidazione TFR TFS dipendenti pubblici: dal 2023 solo comunicazioni in via telematica

La modalità telematica sarà, tra poche settimane, l’unica ammessa per la comunicazione di informazioni relative alla liquidazione TFR TFS. È quanto annuncia la circolare Inps numero 125 del 4 novembre 2022.

Una novità che rientra, come anche confermato dall’ente previdenziale, nel processo di trasformazione digitale del comparto della Pubblica Amministrazione, di cui l’Inps fa parte. L’introduzione di queste e altre innovazioni, volte a semplificare e velocizzare il rapporto tra cittadino ed ente, è possibile grazie anche ai fondi messi a disposizione con il PNRR.

Come inciderà questa novità nella vita dei pensionati pubblici? Quali saranno le differenze per chi desidera ottenere in anticipo il TFR maturato e non attendere i tempi tecnici della liquidazione in oltre 24 mesi dal pensionamento?

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Comunicazioni telematiche per il trattamento di fine rapporto: cosa cambierà dal 2023

La circolare Inps illustra come effettuare le comunicazioni in modalità telematica, esplicitando che dal 2023 questa sarà l’unica modalità ammessa per la gestione dei TFR e TFS per i dipendenti del settore pubblico.

Indennità che vengono maturate nel corso del rapporto di lavoro, ma diventano esigibili solo nel momento in cui il dipendente raggiunge la pensione. A dispetto di quanto accade con i lavoratori del settore privato, che hanno comunque la possibilità di richiedere un anticipo anche mentre il rapporto di lavoro è in corso.

È chiaro che la presenza di informazioni corrette nei database Inps (ente chiamato alla liquidazione TFR TFS) è di massima importanza per il lavoratore, che altrimenti non potrà accedere alle somme spettanti né con i tempi di rito né ricorrendo al prestito di anticipo TFS. Sì, perché questa seconda opzione richiede la produzione del Certificato di Quantificazione da parte dell’Inps.

E qualora i dati a disposizione dell’ente siano errati o incompleti, le conseguenze vanno a danno del soggetto che ha intenzione di ottenere in anticipo il denaro a lui spettante. Nella migliore delle ipotesi, si allungano notevolmente i tempi per il rilascio della certificazione, portando ad un’attesa che può far slittare di mesi l’erogazione del capitale da parte della banca selezionata.

Poiché l’obbligo di utilizzare il solo canale telematico per la trasmissione delle informazioni Inps è esteso anche ai datori di lavoro, il rischio di qualche ritardo sussiste sempre. Tuttavia, resta essenziale per il lavoratore pubblico che accede alla pensione procedere con tutti gli step nel modo giusto.

In questo senso la figura del consulente del credito diventa ancor più rilevante per chi sceglie di ricorrere all’anticipo TFS, perché è capace di analizzare e gestire la situazione con il cliente, indicandogli anche le varie opzioni di finanziamento per trovare quella più adatta alle sue esigenze.

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