TFS anticipo statali
Pubblicato il: 17 marzo, 2023
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TFS anticipo statali 2022: il progetto Inps per accelerare 11.000 pratiche

Accelerare il pagamento della liquidazione ai pensionati pubblici e statali gestendo nel 2022 ben 11.000 pratiche. Lanciato nel 2020, il progetto dell’Inps prevede uno smaltimento di migliaia di pratiche nell’arco dell’anno in corso. L’obiettivo è chiaramente rendere i tempi di liquidazione adatti alle esigenze dei pensionati, evitando quindi che il ricorso al prestito TFS anticipo statali sia una strada obbligata.

Sì, perché è vero che le condizioni applicate dalle banche che operano in convenzione con lo Stato (secondo le disposizioni dell’accordo ABI) sono particolarmente vantaggiose, ma allo stesso tempo l’Istituto di previdenza nazionale ha il compito di agevolare i cittadini.

Una conferma dell’impegno in questo senso è arrivata nelle ultime settimane, dato che l’ente ha inserito lo smaltimento di 11.000 pratiche tra gli obiettivi del PIAO (Piano integrato di attività e organizzazione) recentemente pubblicato. Con questo atto, quindi, l’Inps rinnova il suo impegno nella gestione delle pratiche di erogazione del TFS o TFR in favore dei lavoratori del settore pubblico e statale.

Il raggiungimento dell’obiettivo sarebbe possibile grazie anche ai rapporti instaurati tra le varie direzioni di coordinamento metropolitano, con particolare riferimento a quelle di Roma e Napoli. Ma basterà ad evitare il ricorso ai finanziamenti di anticipo TFR dipendenti pubblici, con la relativa applicazione di tassi di interesse? Vediamolo insieme.

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Come funziona la selezione delle pratiche TFS statali e quali saranno i tempi di pagamento

Le pratiche che saranno sottoposte alla procedura di smaltimento verranno individuate tramite codice fiscale. Sarà però data priorità alle posizioni relative al comparto scuola. In particolare, il PIAO reso noto dall’Inps prevede la gestione di oltre 2.300 pratiche relative a insegnanti e personale ATA. Mentre nei restanti settori della Pubblica Amministrazione saranno trattate complessivamente circa 5.120 pratiche.

A queste si aggiungono oltre 3.000 pratiche di riliquidazione del TFS o TFR, ovvero dei ricalcoli delle indennità spettanti. Sempre il PIAO Inps prevede circa 500 pratiche di riscatto delle liquidazioni, che hanno un’incidenza diretta sulle richieste di finanziamenti TFS anticipo statali, ma non sono sufficienti ad eliminarne la necessità.

Va ricordato infatti che per quanto l’impegno dell’ente previdenziale sia rilevante ai fini dell’erogazione delle indennità, le tempistiche di versamento restano ancora molto lunghe. E di conseguenza la velocità con cui si gestiscono le pratiche non è sufficiente a garantire la liquidazione delle somme in tempi idonei a rispondere all’eventuale fabbisogno di liquidità.

In altre parole, sebbene l’accelerazione delle pratiche sia un passo importante e con effetti favorevoli sugli appartenenti al settore pubblico, i tempi previsti per l’erogazione restano dilatati. La normativa di riferimento stabilisce infatti che per il TFS-TFR il versamento deve avvenire non prima di 12 mesi dal termine del rapporto di lavoro. Quantomeno se la cessazione dal servizio avviene per limiti di età o per limiti di servizio.

Ridotti i tempi minimi solo quando la fine del rapporto di lavoro è dovuta a decesso del lavoratore pubblico o ad una sua inabilità. In questi due casi, l’erogazione deve avvenire entro 105 giorni dalla cessazione del rapporto. Per dimissioni e licenziamento, l’erogazione avviene dopo almeno 24 mesi. E la liquidazione è sempre in più tranche se il TFS supera 50.000 euro. È facile capire perché l’anticipo liquidazione dipendenti pubblici resta fondamentale.

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