Differenza tra TFR e TFS: cosa sono, quando spettano e come ottenerli
Al termine del rapporto di lavoro i dipendenti hanno diritto all’erogazione di indennità economiche che favoriscono il passaggio alla pensione. Si tratta di TFR e TFS, trattamenti maturati nel corso dell’attività grazie ad un accantonamento costante, che avviene però in modalità differenti a seconda del settore di appartenenza del lavoratore. Dipendenti pubblici e privati ottengono infatti prestazioni diverse. Ma vediamo nel dettaglio qual è la differenza tra TFR e TFS.
Qual è la differenza tra TFS e TFR: beneficiari e calcolo delle indennità
Che differenza c’è tra TFR e TFS? Il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) è l’indennità che spetta ai lavoratori dipendenti pubblici e privati al momento della conclusione del rapporto di lavoro, a prescindere dalla ragione che porta alla cessazione. Dovuto dal datore di lavoro, il suo importo è pari ad un salario mensile leggermente ridotto per ogni anno di servizio.
L’entità della prestazione è infatti calcolata partendo dalla retribuzione annua divisa per 13,5. La somma risultante è poi moltiplicata per il numero di anni che compongono l’anzianità di servizio del dipendente. Il trattamento viene rivalutato con cadenza annuale, considerando l’inflazione dell’anno precedente (75% dell’aumento dell’indice ISTAT) e una quota di incremento fisso con l’applicazione di un tasso dell’1,5%.
Il TFS (Trattamento di Fine Servizio) è un trattamento riservato esclusivamente ai lavoratori pubblici e statali, a condizione che siano stati assunti a tempo indeterminato prima del 1° gennaio 2001. La liquidazione avviene al raggiungimento dei requisiti pensionistici. Per quanto riguarda calcolo e corresponsione del TFS, l’ente di competenza è nella maggior parte dei casi l’Inps. Tuttavia ci sono anche situazioni in cui a fare da ente erogatore è l’amministrazione datrice di lavoro.
Nello specifico, il TFS ha un valore pari a circa l’80% della retribuzione contributiva annua diviso per 12 e moltiplicato per gli anni di servizio utili ai fini del calcolo. Questi ultimi variano a seconda della data di assunzione, in base a quanto stabilito dalla normativa sulla copertura previdenziale per il trattamento in questione.
A dispetto di quanto accade con il TFR, la natura del TFS è sia retributiva che previdenziale. È anche in virtù di questo aspetto che il calcolo avviene in maniera diversa. Un’altra importante differenza tra TFR e TFS riguarda poi le tempistiche di erogazione in relazione alla platea dei beneficiari.
Cos’è l’anticipo TFS e TFR per i lavoratori pubblici e statali
Chiarita la differenza tra TFR e TFS, vanno analizzati gli aspetti inerenti all’erogazione delle prestazioni per i dipendenti pubblici e privati. I primi hanno diritto sia al TFR che al TFS, corrisposti in misura variabile a seconda dell’amministrazione di appartenenza, della data di assunzione e di altre variabili che distinguono le diverse casistiche. I lavoratori privati invece ottengono il solo TFR.
Ma quali sono i tempi di liquidazione delle prestazioni per un lavoratore che raggiunge la pensione? Il dipendente privato ottiene il TFR maturato nell’arco di qualche settimana dal pensionamento, con tempi di attesa che possono arrivare a qualche mese.
Per il lavoratore pubblico invece le tempistiche sono molto più dilatate e si rischia di dover attendere oltre un anno per vedersi corrispondere solo la prima tranche delle indennità maturate. Una differenza tra TFR e TFS in termini di trattamento che è stata colmata, almeno in parte, con l’introduzione dell’anticipo TFS/TFR. Cos’è? Una forma di prestito che consente all’ex lavoratore pubblico di farsi anticipare l’indennità maturata da una banca, a fronte del pagamento di un interesse.
Condizioni economiche per l’anticipo di TFR o TFS
L’anticipo del TFR/TFS può riguardare l’intera indennità cui il soggetto ha diritto o solo una quota. In questo secondo caso, il pensionato attende i tempi ordinari per ottenere il resto del trattamento spettante.
Inoltre, l’anticipo di TFR o TFS è possibile a diverse condizioni economiche. Esiste infatti un Accordo Quadro (stipulato da ABI, Inps e alcuni ministeri) che stabilisce condizioni agevolate per l’erogazione dell’anticipo TFS/TFR. Le banche che aderiscono all’Accordo possono erogare fino a 45.000 euro a tasso agevolato e con la copertura di uno specifico Fondo di Garanzia. Le banche che hanno aderito all’Accordo possono erogare anche il 100% del TFS/TFR operando in regime normale con tassi di mercato.
Nulla vieta però di ricorrere anche a banche e società finanziarie che non hanno sottoscritto la convenzione e che quindi non sono tenute al rispetto delle condizioni dell’Accordo Quadro. In questo caso, il pensionato pubblico o statale dovrà sostenere per il prestito di anticipo tassi di interesse generalmente più alti. Ma allo stesso tempo potrà ottenere il 100% dell’indennità spettante, anche se superiore a 45.000 euro.
Quale opzione è più conveniente? Una risposta valida in assoluto non esiste, anche in virtù della differenza tra TFR e TFS. A seconda delle esigenze del richiedente, e dell’entità di TFS/TFR, andrebbe condotta una valutazione di pro e contro. La presenza di numerose variabili e la specificità dell’argomento richiedono poi conoscenze settoriali approfondite, che solo un consulente finanziario può mettere in campo. Ecco perché prima di presentare un’istanza di prestito è consigliabile ricorrere all’assistenza di un professionista con anni di esperienza nel settore.