Il nuovo prestito Inps per liquidazione statali: cos'è e come funziona
Novità per i dipendenti pubblici. Da febbraio 2023 chi desidera incassare il TFS o TFR senza attendere i lunghi tempi della procedura ordinaria può ricorrere al prestito Inps. Di cosa si tratta? È una soluzione introdotta dall’Amministrazione per semplificare l’incasso della liquidazione per chi sceglie di lasciare il proprio impiego.
La delibera Inps del 9 novembre porta a quella che sembra essere una piccola rivoluzione delle modalità di incasso dei trattamenti di fine rapporto e fine servizio maturate dai dipendenti pubblici. Una categoria da sempre penalizzata nel confronto con i dipendenti del settore privato, che ottengono l’indennità immediatamente dopo il pensionamento o la fine del rapporto di lavoro.
In particolare, fino all’introduzione di questo strumento, i lavoratori pubblici che lasciavano il posto potevano ottenere fino a 50.000 euro subito, ma dovevano attendere anni per ricevere il resto dell’indennità spettante.
Sì, perché a differenza di quanto accade nel mondo privato, le amministrazioni pubbliche non accantonano realmente le somme previste per TFS e TFR. Ma si limitano a conteggiare ed erogarle in seguito alla fine del rapporto. Con la conseguenza che per ottenere il Trattamento spettante un pensionato può dover attendere anche due anni. Si sale a cinque anni o più nell’ipotesi di un pensionamento anticipato.
Per tutti questi soggetti, l’unica alternativa fino ad ora era il prestito di anticipo TFS TFR. Un finanziamento senza piano di ammortamento, che prevede la cessione del diritto all’indennità in favore di una banca o finanziaria. E in cambio di questa cessione, l’ente di credito eroga l’indennità al netto della quota interessi. Sfruttando l’Accordo quadro sottoscritto da ABI e Ministeri italiani è prevista l’applicazione di un tasso agevolato (minimo 0,40%) e l’erogazione di massimo 45.000 euro. Altrimenti l’anticipo TFS è possibile a tasso ordinario con l’erogazione dell’intera indennità spettante.
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Trova un ConsulenteCome funzionano i nuovi prestiti Inps liquidazione
La necessità di introdurre il nuovo prestito Inps come alternativa all’anticipo TFS TFR è dovuta al legame di questi ultimi con l’andamento dei Titoli di Stato italiani. I finanziamenti per l’anticipo TFS a tasso agevolato infatti prevedono un tasso definito sulla base del Rendistato. Con il repentino incremento dei rendimenti registrato negli ultimi mesi sono però diventati molto più cari. Vale a dire che se fino a 6 mesi fa chi richiedeva un prestito di anticipo TFS a tasso agevolato si trovava a corrispondere interessi calcolati con il tasso minimo allo 0,4%, oggi i tassi proposti sono molto più alti.
Con il nuovo prestito Inps il tasso è dell’1%, a cui si aggiunge una quota dello 0,5% per le spese. A fronte di questi costi, l’Inps anticipa la liquidazione ricorrendo alle risorse del Fondo Welfare, alimentato dalla contribuzione dei lavoratori pubblici.
La procedura di finanziamento si attiva comunque solo a condizione che il rapporto di lavoro sia terminato. Quindi non è comunque possibile per i lavoratori pubblici ottenere anticipi sul TFR, come invece possono fare i lavoratori privati. Per dare il via all’iter è necessario richiedere il certificato di quantificazione del TFS TFR. Una volta elaborato il documento sono da attendere i tempi tecnici di istruttoria.
Quanto alla domanda, l’ente previdenziale ha già reso noto che dovrà essere trasmessa online. Le richieste Inps prestiti per liquidazione sono gestite secondo l’ordine cronologico di trasmissione. Saranno soddisfatte fino ad esaurimento delle risorse stanziate dal Fondo Welfare dell’Inps, che non è stato appositamente creato ma serve per il finanziamento di borse di studio, iniziative sanitarie, ecc.
La convenienza della manovra Inps ex Inpdap prestiti liquidazione resta ancora da verificare. E certamente prima di inoltrare richiesta è consigliabile valutare le alternative con il supporto di un consulente del credito.