Come funziona il merito creditizio: calcolo e riferimenti normativi
Parametro utilizzato da banche e società finanziarie per definire l’affidabilità del cliente, il merito creditizio è fondamentale per chi desidera ottenere un prestito o un mutuo. Sulla base del rating assegnato viene calibrato il tasso d’interesse applicato al finanziamento: più il punteggio è alto, più è basso il tasso. Al contrario, chi ottiene un rating basso si vede applicare interessi più alti, perché la banca si tutela maggiormente contro il rischio di insolvenza.
È evidente che il merito creditizio, noto anche come credit score, è il punto di riferimento per le banche e non solo. Per non incappare in brutte sorprese, prima di presentare la domanda di finanziamento andrebbe tenuto conto del proprio profilo di richiedente.
Un aspetto da valutare con la massima attenzione, meglio se con il supporto di un consulente del credito, anche nell’ottica di apportare eventuali migliorie. Sì, perché gli aspetti che incidono sul credit score sono molti e a volte basta ritardare la domanda di prestito di qualche settimana per ottenere condizioni nettamente migliori.
Facciamo un esempio. Immaginiamo che un contribuente che ha avuto ritardi nel pagamento di un vecchio prestito desideri attivare un finanziamento per la ristrutturazione della casa. Poiché il termine massimo per la conservazione del nominativo del cattivo pagatore all’interno dei database SIC e CRIF è di 36 mesi, prima di inoltrare la domanda è consigliabile verificare il proprio status. Se il soggetto è ancora segnalato, ma la scadenza è vicina, conviene attendere questo termine, così da avere agli occhi delle banche un profilo migliore.
Ovviamente valutazioni di questo tipo non sono elementari, soprattutto perché i fattori che concorrono alla definizione del rating per il merito creditizio del consumatore sono molti. Resta perciò fondamentale la figura del consulente del credito, che supporta con professionalità il cliente evidenziando pro e contro di ogni scelta.
Merito creditizio cos’è e come si calcola il rating
Per agevolare banche e società finanziarie nella parametrazione dell’affidabilità creditizia del richiedente, il merito creditizio corrisponde a un rating che va da un massimo di AAA (applicato a contribuenti con un’alta sicurezza in termini finanziari) a un minimo di C (per i soggetti con un rischio di insolvenza molto alto). Le classi intermedie sono le seguenti.
- AA: corrispondente ad un livello di sicurezza adeguato, ma non alto;
- A: per i contribuenti con ampia solvibilità;
- BBB: che si applica ai richiedenti classificati come solvibili;
- BB: assegnato a chi presenta delle vulnerabilità;
- B: per i richiedenti che hanno un’elevata vulnerabilità finanziaria;
- CCC: corrispondente a profili che risultano a rischio;
- CC: per i soggetti con un rischio di insolvenza elevato.
Il calcolo è piuttosto complesso e ad incidere sulla valutazione sono molti fattori, tra cui la presenza di un reddito fisso, la stabilità dell’azienda presso cui si è assunti, l’entità del patrimonio finanziario, e così via.
Particolarmente rilevante ai fini del calcolo del rating il livello di indebitamento, che rappresenta una difficoltà nell’accesso al credito. Una persona che ha in corso dei finanziamenti è infatti associata ad un maggiore rischio di insolvenza. Banche e società finanziarie tendono quindi a concedere prestiti e mutui con minore frequenza e maggiore diffidenza, applicando tassi di interesse maggiori.
Cruciali i flussi di reddito, con un rapporto tra entrate e rata periodica. Fermo restando che banche e società finanziarie tendono a non accordare prestiti con una rata mensile superiore al 30% del reddito netto percepito con la busta paga o pensione.
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Trova un ConsulenteCosa dice la legge sulla valutazione merito creditizio, i riferimenti normativi
In termini normativi, il merito creditizio fa riferimento al decreto legislativo 141/2010 e al decreto legge 4 del 13 agosto del 2021, nonché alla Riforma del Credito al Consumo. Con quest’ultima lo Stato italiano rivolge un chiaro invito a banche e società finanziarie affinché controllino l’affidabilità creditizia di ogni soggetto che avanza una richiesta di mutuo o prestito.
Chiaramente lo scopo è evitare il più possibile l’insolvenza da parte dei beneficiari dei finanziamenti, contrastando un eccessivo indebitamento. Ma allo stesso tempo anche tutelare l’integrità del sistema creditizio.
Tuttavia, banche e società finanziarie tendono ad utilizzare il credit score anche per la praticità legata al meccanismo del rating. Una volta definiti i parametri oggettivi e l’algoritmo da utilizzare, gli enti bancari possono ottimizzare i tempi di concessione dei finanziamenti e ridurre l’errore umano legato a valutazioni di carattere soggettivo.
È importante però chiarire che solo da un’attenta analisi di tutti i fattori che concorrono al credit score è possibile avere un quadro esatto del rating che probabilmente ci verrà assegnato da banche e società finanziarie. In un’ottica di controllo merito creditizio resta perciò indispensabile il confronto con un consulente del credito.