Prestiti in prescrizione: tempi e cancellazione del debito
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Redazione TiPresto
Pubblicato il: 11/08/2022
Tempo di lettura: 3 minuti
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Prestiti in prescrizione: tempi e cancellazione del debito

La sottoscrizione di un finanziamento equivale all’attivazione di un debito, che può decadere a certe condizioni. Sì, perché se il creditore non si occupa di riscuotere il capitale dovuto, il debito viene meno. Ma con i prestiti il meccanismo è leggermente diverso. Per togliersi il peso di una linea di credito non pagata, il richiedente che non è in grado di affrontarne le conseguenze economiche può attendere i tempi per la prescrizione prestiti personali. Purché vi siano le condizioni previste dalla normativa italiana.

Come funziona? La prescrizione è il decorso dei termini massimi di legge per la riscossione della somma da parte del creditore. Solo in questo caso il prestito decade e si annulla di conseguenza qualsiasi obbligo di natura contrattuale nei confronti del debitore.

Una regola che vale non solo per i finanziamenti sottoscritti con una banca o società finanziaria, ma anche per quelli tra privati e persino in caso di prestiti tra familiari, in cui non si redige neppure il contratto. La normativa italiana si applica infatti anche ai finanziamenti stipulati solo verbalmente e a quelli senza interessi (tecnicamente definiti a titolo gratuito). Tante ragioni per cui prima di passare all’azione è consigliabile confrontarsi con un consulente del credito.

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Quando c’è la prescrizione prestito personale non pagato

Il termine di legge per la prescrizione prestito personale è fissato a 10 anni, calcolati dalla data in cui si verifica il mancato pagamento della rata periodica. È l’inadempimento quindi a far scattare la procedura di prescrizione prestiti personali, che comunque è possibile solo a condizione che entro il suddetto limite temporale il soggetto creditore non si preoccupi di ottenere indietro le somme prestate.

Vale a dire che oltre a non riscuotere, la banca non dovrebbe intervenire nei confronti dell’insolvente neppure presentando una diffida. La conseguenza è che il debito non decade effettivamente finché il beneficiario del prestito corrisponde quanto dovuto secondo il piano di rimborso, anche se in ritardo. L’accumulo di ritardi non è quindi una condizione sufficiente a portare il prestito in prescrizione, se il pagamento avviene entro il limite. È evidente quindi che la prescrizione è un’ipotesi remota quando si parla di banche e società finanziarie.

Abitualmente gli istituti di credito rivendicano il proprio diritto a farsi pagare non appena si verifica un ritardo nel pagamento delle rate di ammortamento. Ricorrendo in tempi piuttosto contenuti a diffide, messe in mora e altre azioni di questo genere. Fino ad arrivare, nei casi più estremi, al pignoramento dei beni del debitore.

Risulta perciò, come minimo, improbabile che una banca non rivendichi il proprio diritto per ben 10 anni a partire dalla data di inadempimento. E non appena si verifica un’azione di questo genere, il termine di prescrizione prestiti personali si interrompe e riparte da zero.

In ogni caso, se il finanziamento è andato in prescrizione non serve alcun intervento da parte di un giudice, perché la procedura di prestito personale prescrizione avviene automaticamente. Se nonostante il termine sia trascorso, il creditore pretende il pagamento, è possibile per il debitore ricorrere al Tribunale per far valere i propri diritti.

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