Prestito rifiutato? Ecco perché succede e come evitarlo
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Redazione TiPresto
Pubblicato il: 06/12/2021
Tempo di lettura: 4 minuti
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Prestito rifiutato? Ecco perché succede e come evitarlo

Reddito dimostrabile, titolarità di un conto corrente ed età anagrafica al di sotto dei 70 anni sono i requisiti che più di frequente banche e società finanziarie stabiliscono per la concessione di finanziamenti e prestiti personali. Eppure, anche in presenza di questi elementi, può capitare di vedersi il prestito rifiutato. Perché succede? Gli scenari possibili sono diversi, ma tutti accomunati da una scarsa affidabilità del richiedente agli occhi dell’istituto di credito.

Sì, perché a fronte di una richiesta di prestito, banche e società finanziarie controllano anzitutto il merito creditizio attribuito al cliente. Vale a dire la sua presenza dei database dei Sistemi di Informazioni Creditizie (SIC). Qui sono conservate (per un periodo di tempo limitato) le informazioni relative ai prestiti precedentemente sottoscritti dal soggetto e la sua puntualità nel rimborso delle rate.

Di conseguenza, se il richiedente è segnalato come cattivo pagatore, a causa di ritardi o insolvenze nei passati rapporti finanziari, viene considerato poco affidabile. E in alcuni casi, questa condizione è sufficiente per vedersi rifiutare una richiesta di prestito. Solitamente ciò accade quando i ritardi accumulati in passato non sono trascurabili, o riguardano più rate.

Sommario

Finanziamento rifiutato per reddito insufficiente o altri prestiti in corso

Oltre all’esito dei controlli nei database SIC, dietro un prestito rifiutato possono esserci ragioni come la richiesta di una somma troppo alta in relazione al reddito percepito. Una situazione relativamente frequente quando non si analizza con la dovuta cura la richiesta di finanziamento che si intende avanzare.

È buona regola, infatti, che la rata di ammortamento non abbia un’incidenza eccessiva sul reddito mensile del richiedente. Altrimenti, la banca o società finanziaria tende a rifiutare il finanziamento. Sebbene non esista una regola fissa, di solito la soglia limite da non superare è stabilita al 30% dello stipendio netto.

Certo l’incidenza della rata sul reddito mensile è un aspetto a cui il contribuente medio potrebbe non dare molto peso al momento della presentazione dell’istanza, ma che per gli enti di credito è fondamentale. Ecco perché, per la richiesta di finanziamenti è sempre consigliabile consultare un esperto del settore, ovvero un consulente finanziario.

Tuttavia ci sono altre situazioni che portano al prestito rifiutato. Ad esempio, di frequente banche e società finanziarie negano il credito a quanti hanno una posizione lavorativa precaria e quindi non dispongono di garanzie a lungo termine. Anche l’aver subito un protesto è una ragione sufficiente a vedersi rifiutare un prestito. Chiaramente sempre secondo la logica dell’affidabilità creditizia, per cui sono spesso scartati i cattivi pagatori.

Un altro scenario che ricorre di frequente è il prestito rifiutato per la presenza di altri finanziamenti. Avere già in essere delle linee di credito può far apparire la condizione debitoria eccessiva, e di conseguenza inadatta agli occhi dell’istituto di credito.

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Finanziamento rifiutato senza motivo apparente: perché la banca può dire no

Restando in tema del perché viene rifiutato un finanziamento, talvolta si riscontrano problemi per quanto riguarda il garante, cui si ricorre se il richiedente ha un profilo poco stabile. Se il fideiussore non fornisce un’adeguata affidabilità creditizia, è facile vedersi il prestito negato.

Analogamente anche aver fatto da garante per un passato finanziamento può diventare un ostacolo per l’accesso al credito. Sì, perché un soggetto che in passato ha firmato come coobbligato per un finanziamento rimborsato in ritardo, può ritrovare compromessa la propria affidabilità creditizia agli occhi delle banche. Sebbene non sia lui il responsabile della passata insolvenza. 

Anche il timing ha il suo peso nelle richieste di prestito. Se si presentano più istanze di finanziamento contemporaneamente, c’è il rischio di non ottenere credito da nessun istituto bancario. Allo stesso modo, gli istituti di credito non valutano in maniera positiva chi ha avuto un prestito rifiutato nei 30 giorni precedenti alla presentazione della domanda.

Le informazioni relative alle istanze di prestito sono infatti raccolte e condivise tra gli istituti di credito tramite i database SIC. E restano in questi elenchi per 30 giorni. 

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Cosa fare dopo un prestito negato per ottenere credito

Normalmente un prestito negato ha come conseguenza la segnalazione nei Sistemi di Informazioni Creditizie. Quindi, indipendentemente da quale sia la ragione del rifiuto, prima di presentare una nuova richiesta è consigliabile attendere il termine del periodo di conservazione delle informazioni. Termine che nel caso del prestito rifiutato è di 30 giorni. Altrimenti ottenere le somme di cui si ha bisogno può diventare sempre più complicato.

Ecco perché prima di presentare un’istanza di finanziamento bisognerebbe essere certi di avere tutte le carte in regola. Come fare? Rivolgendosi a un consulente finanziario, un esperto del settore capace di supportare il contribuente nell’analisi della propria situazione reddituale e creditizia, e di aiutarlo nelle procedure per la richiesta del prestito.

Ricorrere ad un consulente finanziario resta comunque un’opzione da valutare anche per chiedere finanziamento dopo rifiuto. Affidandosi ad un professionista sarà più semplice raggiungere l’obiettivo.

Va comunque precisato che la segnalazione relativa ad una richiesta finanziamento rifiutata non attribuisce al soggetto lo status di cattivo pagatore. Si tratta semplicemente di una procedura di routine, che serve ad informare le altre banche e società finanziarie del rapporto intercorso tra richiedente ed ente di credito.

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