Cosa significa fare da garante per prestito: obblighi e conseguenze
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Redazione TiPresto
Pubblicato il: 19/02/2022
Tempo di lettura: 6 minuti
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Cosa significa fare da garante per prestito: obblighi e conseguenze

Al momento della richiesta di un finanziamento, il contribuente deve presentare tutta una serie di garanzie: dalla presenza di un reddito fisso all’assenza di segnalazioni come cattivo pagatore. Capita però che, nonostante un ottimo profilo in termini reddituali, la banca pretenda la firma di un coobbligato. Serve quindi qualcuno che sia disposto a fare da garante per prestito.

Cosa significa? Il soggetto designato come garante fornisce una seconda firma a garanzia del finanziamento. Ovvero, si impegna a rimborsare le rate del prestito qualora il beneficiario non riesca a farvi fronte autonomamente. E se anche il fideiussore non è in grado di pagare, la banca può richiedere il pignoramento dei beni di quest’ultimo.

Solitamente la firma del garante viene richiesta dalla banca quando il soggetto che presenta la domanda di finanziamento ha un reddito stabile e adeguato al rimborso delle rate, ma non possiede un’anzianità lavorativa soddisfacente. È il caso dei ragazzi assunti con contratto a tempo indeterminato da meno di 18 mesi.

Ma può succedere anche che il garante sia richiesto per un prestito avanzato da un soggetto che non ha storico creditizio, ossia che non ha mai richiesto un finanziamento. In questi casi, è comune che la banca pretenda una tutela in più, che si traduce di frequente nella firma del garante.

Sommario

Cosa comporta essere garante in un prestito

Ma quali sono le conseguenze di fare da garante per prestito? Innanzitutto, il soggetto che assume questo ruolo ha diritto a conoscere tutti i dettagli del finanziamento. Dalla somma finanziata alle scadenze fissate per le varie rate di ammortamento, ogni dettaglio è di sua competenza, dato che se il beneficiario non riuscirà a pagare regolarmente, sarà il garante a dover rimborsare la banca.

A tal proposito è importante ricordare che in caso di insolvenza del debitore, la banca può inviare una comunicazione al garante per sollecitarlo a pagare. Non è raro, del resto, che il beneficiario del prestito attenda qualche giorno prima di informare il proprio garante dell’impossibilità di pagare la rata periodica.

Si tratta però di una pratica assolutamente sconsigliata, perché il ritardo nel rimborso delle rate comporta la segnalazione come cattivo pagatore nei database SIC e CRIF. E questa si estende sia al titolare del prestito che al garante, con tutte le conseguenze negative del caso. Prima su tutte la difficoltà ad ottenere nuovo credito, almeno finché la segnalazione resta attiva.

Fare da garante per prestito espone quindi anche a dei rischi. Rispetto ai quali il soggetto chiamato a ricoprire il ruolo di coobbligato può tutelarsi avvalendosi delle possibilità di regresso fornite dalla normativa italiana. Nello specifico, gli articoli 1950, 1951, 1952 e 2871 del Codice Civile consentono di richiedere al beneficiario del finanziamento la restituzione delle somme versate per il pagamento delle rate. Restando in tema di somme da rimborsare, il garante può richiedere al debitore del prestito anche gli interessi e altre spese connesse al prestito.

Va però chiarito che, anche se sceglie di rifarsi sul beneficiario principale del finanziamento per ottenere indietro le somme sborsate, il garante è obbligato a intervenire in caso di insolvenza del debitore.

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Cosa stabilisce la normativa sul garante: dall’accessorietà al tipo di fideiussione

Le norme e i regolamenti bancari italiani vedono il garante di un prestito come una figura caratterizzata da condizioni di straordinarietà e accessorietà. La prima è data dalla necessità di affrontare le spese del prestito al posto del debitore solo qualora questo non riesca a pagare le rate. Si tratta quindi di scenari che dovrebbero verificarsi raramente. Infatti, non è previsto che il garante rimborsi totalmente il debito sottoscritto dal beneficiario del prestito.

L’accessorietà invece riguarda la presenza del fideiussore come forma di garanzia aggiuntiva, ossia secondaria rispetto al reddito e al patrimonio. Sì, perché anche presentando un soggetto disposto a fare da garante per prestito, il richiedente può vedersi negato il prestito qualora il suo profilo non sia in linea con i requisiti imposti dalla banca o società finanziaria cui si rivolge.

Quanto alla natura contrattuale della fideiussione, può essere sottoscritta in due maniere: 

  • in forma di fideiussione solidale;
  • come fideiussione con beneficio d’ordine.

La prima soluzione prevede che, in caso di inadempimento sia da parte del debitore che del garante, la banca possa pretendere il pignoramento dei beni nei confronti dell’uno o dell’altro, in maniera arbitraria. Non è quindi obbligata ad agire prima nei confronti del debitore. Cosa che accade invece nell’ipotesi di fideiussione con beneficio d’ordine, ma questa clausola deve essere espressa chiaramente nel contratto di fideiussione.

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Cambio del garante per un finanziamento: quando è possibile

Quando il beneficiario del prestito manca ai suoi doveri, o la situazione patrimoniale e reddituale del fideiussore è cambiata, non resta che valutare un cambio del garante per un finanziamento. Se riesce a trovare un altro disposto a fare da garante per prestito, infatti, il coobbligato può liberarsi dal suo impegno.

Chiaramente il nuovo soggetto deve offrire garanzie reddituali e patrimoniali altrettanto solide e avere un profilo creditizio impeccabile. Insomma, sarà compito del garante trovare un’altra persona che risulti affidabile quanto lui agli occhi delle banche.

Non sempre però si può ricorrere alla sostituzione del garante: è possibile solo quando il contratto lo permette. Ossia quando non vi sono contenute clausole che impediscono la variazione del fideiussore nel corso dell’ammortamento. È possibile sostituire la persona che ha scelto di fare da garante per prestito anche nell’ipotesi di una fideiussione extracontrattuale.

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Ecco chi può fare da garante per un finanziamento

Ma chi può fare da garante per un finanziamento? A differenza di quanto si potrebbe immaginare, il garante non deve necessariamente avere rapporti di parentela con il debitore. La pratica di segnalare come garante un genitore o un fratello è dovuta esclusivamente a rapporti di fiducia tra i soggetti, ma non rappresenta in alcun modo un requisito.

Ai fini della concessione del credito, è necessario che il garante disponga di un reddito fisso dimostrabile, sufficiente al regolare rimborso delle rate di ammortamento. Tale reddito può derivare da uno stipendio o una pensione. Quindi anche un pensionato può fare da garante per un prestito, a condizione che abbia un’età anagrafica idonea a quanto richiesto dalla banca.

Solitamente invece non sono ammessi quanti hanno già in corso un altro finanziamento. Tuttavia, questa condizione varia in funzione del rapporto rata-reddito, che viene valutato dalla banca. Sono completamente esclusi dalla platea dei possibili candidati come garante per un finanziamento i segnalati come cattivi pagatori, protestati o pignorati.

È consigliabile inoltre che il soggetto designato per fare da garante per prestito abbia un eccellente profilo patrimoniale e reddituale. Ulteriori aspetti che, per non commettere errori, andrebbero valutati con il supporto di un esperto del credito. Solo un consulente con alle spalle anni di attività nel settore è in grado di valutare nel dettaglio tutte le variabili legate alla richiesta di finanziamento con garante.

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