Valutazione prestito personale: iter e criteri considerati dalla banca
La richiesta di un finanziamento è una scelta che spesso spaventa per tempistiche e procedure. Il timore di molti è infatti non ottenere il denaro nei tempi attesi. Immaginiamo ad esempio un lavoratore che richiede un prestito per sostenere i costi dovuti ad un incidente stradale. La particolarità della casistica impone un’erogazione rapida, altrimenti si rischia di non poter sistemare il mezzo nel breve termine. Ma questi dubbi sono fondati? Quali sono effettivamente i tempi e le procedure per la valutazione prestito?
Sebbene l’iter possa variare da caso a caso per via delle policy adottate dalla specifica banca o società finanziaria cui ci si rivolge, gli istituti di credito tendono a seguire dei passaggi predefiniti. E anche quando si parla di prestiti senza valutazione creditizia, in realtà la banca o società finanziaria pretende la presenza di garanzie solide e tali da non esporla ad alcun rischio. Ad esempio di un contratto di lavoro a tempo indeterminato presso un’Amministrazione Pubblica o un’azienda estremamente solida.
I tempi per la valutazione di un prestito personale vanno da 2 a 10 giorni. A seconda dell’entità del finanziamento, del profilo del richiedente e della velocità con cui il soggetto presenta tutta la documentazione necessaria.
Fatta questa dovuta premessa, entriamo nel dettaglio e vediamo quali sono le procedure per la valutazione prestito più comuni. Facendo particolare attenzione ai fattori discriminanti, agli occhi della banca, per la concessione del finanziamento.
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Trova un ConsulenteIstruttoria prestito in valutazione: qual è l’iter seguito dalla banca
Una volta che il consumatore invia la richiesta alla banca o società finanziaria selezionata, questa dà il via al processo di istruttoria: la valutazione prestito finalizzata a determinare l’adeguatezza del richiedente. Dal punto di vista della banca, infatti, è fondamentale accertare se le entrate del cliente sono sufficienti al pagamento della rata preventivata.
Il primo passo dell’istruttoria è il pre screening, un processo che spesso avviene in maniera automatica e che prevede controlli sul profilo creditizio del cliente. È analizzata la presenza del nominativo nei database di SIC e Crif e le eventuali segnalazioni come cattivo pagatore. Ma le difficoltà nel rimborso dei passati finanziamenti non sono certo l’unico parametro considerato.
La banca passa in rassegna la storia creditizia del richiedente per avere un quadro completo della sua situazione, considerando la presenza di finanziamenti passati come un fattore positivo. Chi ha già sottoscritto e rimborsato regolarmente un prestito o un mutuo è considerato più affidabile rispetto a chi attiva una linea di credito per la prima volta.
Terminata la fase di valutazione prestito preliminare, la pratica di richiesta finanziamento viene analizzata da un operatore specializzato nell’attribuzione di rating ai clienti in cerca di credito. È compito del credit analyst entrare nel dettaglio della domanda avanzata dal cliente, considerando non solo l’adeguatezza delle capacità di rimborso, ma anche il livello di rischio associato al profilo del richiedente.
La questione del rischio è determinante. Da questo dipenderanno le condizioni applicate al finanziamento: dal tasso ai costi assicurativi. Il credit analyst è quindi chiamato ad esprimersi sull’effettiva fattibilità della richiesta, anche quando la decisione finale non spetta a lui.
Una ragione in più per valutare in anticipo la propria situazione con il supporto del consulente creditizio, che conosce le logiche adottate dalle banche e può prevedere (seppur con una certa approssimazione) l’esito dell’istruttoria.